Un codice etico per i magistrati ticinesi

Quindici articoli, divisi in tre capitoli, che spaziano dall'uso dell'intelligenza artificiale, all'approccio con i media fino a definire i rapporti con i colleghi.
BELLINZONA - La richiesta era stata avanzata a maggio 2024 tramite un'iniziativa parlamentare di Matteo Quadranti, quando il Tribunale penale cantonale navigava ancora in acque agitate per il caso di mobbing ai danni di una segretaria. Ora il codice etico per i magistrati ticinesi è realtà.
Il documento, elaborato dal Consiglio della magistratura, come riferisce LaRegione, è stato pubblicato venerdì scorso sul "Bollettino ufficiale delle leggi" ed entrerà in vigore il primo dicembre.
I quindici articoli, divisi in tre capitoli, spaziano dall'uso dell'intelligenza artificiale all'approccio con i media, fino a definire i rapporti con i colleghi. «Nella ferma consapevolezza - si legge nella premessa - che la Giustizia è uno dei pilastri fondamentali dello Stato di diritto e che la dignità della funzione giudiziaria impone standard etici e professionali tra i più elevati, il presente codice di comportamento si applica a tutti i magistrati ticinesi (ai sensi della legge sull’organizzazione giudiziaria). Esso non intende sostituirsi né derogare a disposizioni normative vigenti, siano esse di natura sostanziale o procedurale, che disciplinano direttamente o indirettamente l’attività del magistrato».
«Con questo codice si vuole anche lanciare un segnale alla popolazione per riconquistare la sua fiducia nel potere giudiziario, venuta meno in seguito ai fatti che lo scorso anno hanno interessato il Tribunale penale cantonale», ha spiegato al foglio bellinzonese il presidente del Consiglio della magistratura Damiano Stefani.
Il codice
Esercizio della carica
- Il magistrato svolge la propria funzione nel rispetto delle leggi e al meglio delle proprie possibilità, con spirito di servizio, collegialità, responsabilità e senza discriminazioni o pregiudizi.
- Il magistrato agisce in piena indipendenza e imparzialità, evitando comportamenti o situazioni suscettibili di compromettere la fiducia generale nel rispetto da parte sua di tali principi.
- Il magistrato utilizza informazioni riservate ottenute nell'esercizio della propria professione esclusivamente per lo svolgimento della propria funzione o a fini istituzionali.
- Il magistrato utilizza al meglio le risorse e i mezzi a propria disposizione, segnalando alle competenti istanze eventuali necessità.
- Compatibilmente con le risorse e il tempo a disposizione il magistrato aggiorna regolarmente le proprie conoscenze in quanto necessarie allo svolgimento della propria attività.
- Il magistrato adotta tutte le misure necessarie a evitare la divulgazione di dati riservati e sensibili. In particolare il magistrato che ricorre all'intelligenza artificiale agisce in maniera responsabile, tracciabile e sicura, nel rispetto dei propri doveri di riservatezza.
Rapporti con i colleghi e collaboratori
- Il magistrato agisce in maniera collegiale e promuove il dialogo interno.
- Il magistrato difende e favorisce il benessere e la serenità di colleghi e collaboratori sul posto di lavoro. Egli adotta comportamenti rispettosi verso ognuno.
- Il magistrato evita conflitti inutili tra colleghi e collaboratori, avvalendosi, qualora necessario, delle risorse istituzionali a disposizione.
- Il magistrato non si avvale della propria posizione per ottenere da colleghi o collaboratori benefici indebiti per sé o per altri, rispettivamente prestazioni che esulano dai loro doveri di servizio.
Vita sociale e rapporti con i media
- Cosciente del fatto che riveste un ruolo istituzionale, il magistrato, anche nella vita sociale, incluse le attività sui social media, si comporta con riserbo, dignità, onestà, correttezza e sensibilità. Egli non si avvale della propria posizione per ottenere benefici indebiti per sé o per altri.
- Il magistrato esercita la propria libertà di espressione in maniera compatibile con la propria funzione, evitando dichiarazioni o comportamenti pubblici che possano mettere a repentaglio la propria immagine e credibilità nonché quelle della magistratura.
- Il magistrato non aderisce a, e non frequenta, organizzazioni o ambienti che potrebbero vincolare la sua libertà nello svolgere la propria funzione o che potrebbero ostacolare l'adempimento dei propri obblighi.
- Nei rapporti con i media il magistrato deve rispettare i doveri di segretezza e riserbo che la sua funzione comporta, evitando di alimentare o farsi coinvolgere in processi mediatici. A tutela della propria integrità e di quella della magistratura egli può, in casi eccezionali, prendere posizione in maniera compatibile con la propria funzione.
- Il presente codice di comportamento entra in vigore il 1° dicembre 2025.




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!