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CANTONE / BERNA

Consegnate le firme contro la nuova legge sul CO2

Il Partito Comunista: «Ci felicitiamo che, accanto alle motivazioni del fronte borghese, siano arrivate le nostre firme»
Partito Comunista
Consegnate le firme contro la nuova legge sul CO2
Il Partito Comunista: «Ci felicitiamo che, accanto alle motivazioni del fronte borghese, siano arrivate le nostre firme»
BERNA - Oggi a Berna, unitamente ad altri partiti di sinistra e alle sezioni romande del movimento Sciopero per il clima, il Partito Comunista ha consegnato le firme in quota al comitato referendario "Per un’ecologia sociale" contro la legge su...

BERNA - Oggi a Berna, unitamente ad altri partiti di sinistra e alle sezioni romande del movimento Sciopero per il clima, il Partito Comunista ha consegnato le firme in quota al comitato referendario "Per un’ecologia sociale" contro la legge sul CO2, a cui aveva fin da subito aderito portando avanti la raccolta firme in Ticino.

«Ci felicitiamo quindi - sottolineano in una nota stampa odierna - che, accanto alle motivazioni del fronte borghese siano arrivate le firme del referendum di area progressista, a dimostrazione che la legge sul CO2 può e deve essere bloccata anche da chi come noi comunisti, con spiccata sensibilità ecologica, riconosce i problemi climatici e ambientali». 

«Invece di prevedere una trasformazione strutturale dei settori ad alto impatto ambientale - si legge ancora nella nota -, la legge sul CO2 rafforza le attuali strutture socialmente ingiuste ed ecologicamente disastrose.  La nuova legge sul CO2, infatti, dà sostanzialmente carta bianca ai maggiori inquinatori (banche, multinazionali, ecc.): non è altro insomma che un progetto di "green washing" con cui il capitalismo svizzero si rifà l'immagine, evitando però accuratamente di toccare le cause dello sfruttamento dell'ambiente, riuscendo anzi a far pagare ai lavoratori e alle piccole imprese la riduzione delle emissioni». «Si tratta - concludono i comunisti - di misure non solo socialmente ingiuste, ma anche inefficaci e che legittimano un'impostazione neo-liberale della politica ambientale».

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