«Il tempo per accudire i figli valga negli anni di servizio»

Un'iniziativa parlamentare chiede di non penalizzare le neo-mamme dell'amministrazione pubblica
La proposta dei deputati Ppd chiede di computare negli anni di servizio il periodo di assenza per maternità che oltrepassa le 16 settimane previste dalla Legge
BELLINZONA - Lo Stato non penalizzi le neo mamme. È il titolo dell'iniziativa parlamentare generica presentata da Lorenzo Jelmini e da altri quattro deputati di PPD-GG. Il testo punta a sanare un aspetto della legge che oggi penalizza le dipendenti pubbliche che interrompono la carriera per avere figli. I mesi di assenza che oltrepassano le 16 settimane previste non vengono infatti considerati.
Riconoscere i mesi di accudimento - Concretamente l'iniziativa chiede che «al rientro dal congedo maternità della dipendente venga computato negli anni di servizio anche il periodo che ha dedicato all'accudimento del o dei figli». Questa misura, secondo i promotori dell'iniziativa, «permetterebbe da una parte di riconoscere un ruolo fondamentale per la società e d'altra darebbe una concreta risoluzione a quella disparità di trattamento basata sulla mancata riconoscenza del ruolo di madre». La richiesta andrebbe a modificare la Legge sull'ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti (LORD) e la Legge sugli stipendi degli impiegati dello Stato (LStip).
Un ruolo fondamentale - L’Amministrazione pubblica, ricordano i deputati del PPD, mostra sicuramente più sensibilità rispetto ad altri settori, per esempio nella disponibilità di “congelare” il posto di lavoro concedendo congedi più lunghi. «Rimane tuttavia il problema della penalizzazione sulla carriera della dipendente rispetto a colleghe e colleghi che hanno potuto continuare la loro attività beneficiando di una progressione del loro stipendio». Il ruolo di madre, sottolineano con forza, è «fondamentale per la nostra società. Anche se troppo spesso si fatica a riconoscerlo»




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