Christian Vitta ha presentato la nuova Legge sul salario minimo, che sarà differenziato per rami economici entro una soglia inferiore e una soglia superiore
BELLINZONA - «Il Consiglio di Stato ha dato il via libera all'iniziativa dei Verdi "Salviamo il lavoro in Ticino"». Così Christian Vitta, direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia, ha presentato stamattina il messaggio relativo alla nuova Legge sul salario minimo.
Il Consiglio di Stato ha deciso di stabilire un salario minimo orario lordo differenziato per ramo economico (77 in totale) all'interno di una forchetta compresa tra le prestazioni LAPS e le prestazioni complementari AVS (PC-AVS/AI). Il salario oscillerà tra 18,75 franchi orari (pari a un mensile di 3'372 franchi) e 19,25 franchi orari (pari a un mensile di 3'462 franchi). Non vengono quindi raggiunti i 20 franchi orari. La nuova legge - il cui salario minimo toccherà circa 10'000 lavoratori - prevede un periodo transitorio di 3 anni per l'adeguamento dei salari.
I valori di riferimento sono quelli risultanti dalle prestazioni assistenziali, dalla legge sull'armonizzazione e il coordinamento delle prestazioni sociali LAPS e dalle prestazioni complementari AVS (PC-AVS/AI).
I punti principali della nuova Legge sono quindi un salario differenziato per rami economici entro una soglia inferiore e una soglia superiore, un rafforzamento del ruolo dell'Ufficio cantonale di conciliziazione (UCC) per favorire il partenariato sociale (sottoscrizione di nuovi contratti collettivi di lavoro) e un sistema di controllo tramite Commissione tripartitica (CT) e Ufficio dell'ispettorato del lavoro (UIL).
Bertoli in disaccordo sulla cifra - Sul meccanismo il Consiglio di Stato ha deciso all'unanimità, mentre Manuele Bertoli non era d'accordo con la cifra decisa. Per questo motivo ha chiesto a Claudio Zali (vice presidente del Governo) di rappresentarlo in conferenza stampa.
L’iniziativa “Salviamo il lavoro in Ticino!”, lanciata dai Verdi e approvata dal popolo (con il 54,7 % dei voti) il 14 giugno 2015, si proponeva di lottare contro il dumping salariale, legato in particolare all’afflusso di manodopera da oltre frontiera. In agosto il Tribunale federale, respingendo i ricorsi, aveva permesso al Canton Neuchâtel di introdurre il salario minimo di 20 franchi all’ora. Una misura per lottare contro il fenomeno dei “working poor”.
Palla al Parlamento - «Auspico che il Parlamento possa affrontare questo tema trovando le giuste convergenze - ha concluso Christian Vitta -. Noi abbiamo cercato di trovare il modello che minimizzi i rischi giuridici. La palla ora passa a loro».
Jelmini e Fonio soddisfatti a metà - Lorenzo Jelmini (PPD) aveva inoltrato al Governo una mozione - di cui era firmatario anche Giorgio Fonio - per richiedere che il salario minimo fosse «sociale» per «prevenire situazioni di povertà».
Il suo commento a caldo alla conferenza stampa di presentazione del messaggio della nuova Legge: «Avevamo chiesto un salario minimo sociale più alto rispetto a quanto proposto dal Governo. Per cui dovremo fare le nostre valutazioni. In questo messaggio vale la pena ricordare che c'è il rafforzamento dell'Ufficio di conciliazione da una parte e il partenariato sociale che comunque rimane il punto di riferimento per noi, perché i contratti collettivi di lavoro sono la soluzione a questo problema».
Cifre inaspettate, dunque, quelle decise dal Governo? «No, erano prevedibili. Si parlava anche di cifre minori rispetto a quanto proposto. Le nostre proposte erano evidentemente salari più alti».