Così parla il procuratore generale del Piemonte, interpellato sulla figura di Domenico Cutrì, l'ergastolano evaso ieri nella provincia di Varese dopo uno scontro a fuoco
VARESE - "Un uomo pericolosissimo. Con legami familiari molto forti. E una forte capacità di intimidazione e di condizionamento". Così parla Marcello Maddalena, procuratore generale del Piemonte, interpellato dall'ANSA sulla figura di Domenico Cutrì, l'ergastolano evaso ieri a Gallarate (VA) dopo uno scontro a fuoco.
Maddalena, a Torino, aveva preso personalmente parte alle indagini svolte in occasione del processo d'appello terminato con la condanna di Cutrì: un processo laborioso e complicato, durante il quale fu necessario smontare un alibi fornito all'imputato da una donna (oggi indagata per falsa testimonianza). Alcuni testimoni, inoltre, ritrattarono le loro deposizioni, e un uomo - poi smascherato - si addossò delle responsabilità non sue.
Il direttore del carcere: "mai dato problemi" - Durante la sua detenzione a Cuneo Domenico Cutrì "non ha mai dato problemi". Lo afferma all'ANSA il direttore della casa circondariale dove l'ergastolano evaso ieri a Gallarate (VA) è stato detenuto fino a venerdì.
L'uomo "non ha mai avuto problemi con altri detenuti o con agenti della polizia penitenziaria", riferisce il direttore del carcere, dove Cutrì è arrivato il 27 febbraio 2013, trasferito dal carcere di Saluzzo "per motivi di sicurezza" e, per questo motivo, "sottoposto a monitoraggio". "Non era però sottoposto a regime 41 bis - precisa ancora - e non era in cella singola".
Nei confronti dell'evaso, inoltre, "non risultano rapporti negativi".
Ats/red