"Se il posto è adatto, resto lì anche per 5 ore e fotografo le persone"

In camper, per un progetto fotografico, il viaggio di Matteo Fieni è iniziato dai Balcani e proseguirà per tutta l'estate
LUGANO - In giro per l’Europa a fotografare gente con un camper. Matteo Fieni, fotografo luganese, nominato “Artista dell’anno 2013” dalla Fondazione Bally per la cultura da oltre un mese è in viaggio: “Con il supporto della Fondazione per 3 o 4 mesi sarò in viaggio per dare il via ad una nuova stagione del progetto Ritratti Metropolitani. Si chiama "From B to Y" tra i Balcani, l’Italia e l’Europa centrale”. Ritratti Metropolitani è il progetto fotografico, con cui Fieni da oltre da tre anni scatta foto alle persone di passaggio in luoghi diversi. cercando di cogliere le persone nella loro essenza, liberi dal ruolo sociale che incarnano nel momento, per lasciar emergere l'essenziale e distaccarsi dai segni che ne portano.
Come sta andando il progetto?
“Il primo mese l'ho trascorso all’interno dei Balcani, mentre ora sono sulla via per Dubrovnik dove resterò sulla costa per assaporare il lato più dolce delle persone e dei luoghi, per poi portarmi verso sud (Albania). Il mese trascorso è stato molto difficile. Dapprima ho dovuto abituarmi al nuovo modo di vivere. Viaggiare, dormire e lavorare è molto bello ma faticoso. Mi è stato molto utile aver scelto un camper come mezzo per spostarmi (un VW Tipo 3 del 1983) con cui sono riuscito a mimetizzarmi tra la gente locale, che ricicla parecchie automobili germaniche. Da questo punto di vista ho viaggiato "sicuro”, sono andato anche in territori, dove l'ultima volta che hanno visto uno straniero è stata 5 anni fa. Il camper mi ha aiutato anche a conoscere le persone di un piccolo villaggio sopra Pristina dove mi sono fermato per riparlarlo. Casualmente questo villaggio (mussulmano) era anche sede della casa di un noto signore ticinese. Qui ho svolto la mia sessione fotografica RM #53” .
Su quale concetto si basa il tuo progetto?
“Il progetto si basa sul principio che nel nostro agire quotidiano siamo ininfluenti. Quindi tanto vale la pena essere più umili ed onesti senza cercare chissà quale sensazione o poetica visiva attrattiva. Il mio intento non è suscitare attenzione nel fruitore comune. Il mio è un progetto a lungo termine e non vuole essere né marketing, né commercio. È una ricerca personale che mi porta a usare la fotografia come un medium per conoscere persone, luoghi, realtà diverse collegandole simbolicamente tra di loro in un concetto di purezza estetica”.
Le persone che stai incontrando sono in fondo diverse e condizionati dal luogo dove vivono?
“Questa ricerca fotografica si sviluppa oltre la politica, la religione, le nazioni, la cultura ecc. E’ una sorta di mezzo "purificatrice" di quei codici e ruoli che ci siamo trovati addosso (vedi codici della moda, del turista, degli eventi). Quando ne parlo con le persone che poi ritraggo ho come la sensazione di far emergere un loro punto di vista totalmente diverso ed inusuale. Sembrano più consapevoli”.
Raccontaci come procedi, cosa chiedi e spieghi alla persona che stai per fotografare
“Il metodo che ho sviluppato durante il primo mese e che sto man mano affinando, prevede che, una volta arrivato in un posto, impiego uno o due giorni per capire se è adatto a svolgere una delle mie sessioni. Quindi se è adatto, monto il mio set fotografico e resto lì anche per 5 ore, parlo con la gente, alcune persone ritornano, altre, capendo che non sono un elemento cattivo, si incuriosiscono ecc.. Ma anche la casualità ha un bel lato imprevedibile, come quando mi sono fermato per una breve sosta in Herzegovina, in un paesino su un lago di un meraviglioso azzurro intenso (Bileca Jezero). Qui ho conosciuto diversi personaggi molto molto ospitali e di cui ho già una certa mancanza. Da quei giorni poi è nata la sessione RM #56.
Come in Ritratti metropolitani, le tue foto sembrano simili nei tagli ma hanno soggetti diversi. Perché questa scelta?
“Entrando più nello specifico, ho abbracciato un tipo di fotografia diretta, documentativa, amo pensare che sia più nordica, con un format specifico: il soggetto è sempre uno, in piedi, centrale, il formato è sempre orizzontale e la linea d’orizzonte taglia l’immagine esattamente a metà tra terra e cielo.”.
Il progetto vuole andare anche oltre la fotografia e diventare multimediale, con un approccio anche all'antropologia e all'architettura. Stai riuscendo nell'intento?
Per quanto riguarda la multimedialità, sono ancora messo maluccio, ma non ho fretta. Per ora mi accontento del mio archivio on-line. Per me ora è più importante investire nel metodo, nella parte fotograficamente più produttiva del progetto. Il viaggio lo si può seguire anche attraverso un metadiario visivo che sarà sviluppato ulteriormente. Essendo ospite in qualità di Artista Bally dell'anno, durante il Locarno Film Festival attiverò anche un blog in wordpress curato da un'amica, nel quale si parlerà sia del progetto che dei soggetti (quello che rappresentano, fanno ecc..)". Il viaggio proseguirà, risalendo la penisola italiana, per assistere alle feste tipiche italiane, ai bagnanti sulla spiaggia, quindi di passerà al Ticino e ancora in Francia, Germania e Benelux per vivere la “nordicità” di quei luoghi.



