Si è svolta oggi la cerimonia per commemorare le vittime dell'attentato Caffè Argana.
MARRAKECH - Sono passati esattamente 14 anni da quell'attentato a Marrakech, nei pressi del Caffè Argana, dove la furia jihadista stroncò la vita di tre giovani ticinesi – Cristina Caccia, Corrado "Mondo" Mondada e André Da Silva Costa – e di altre 14 persone.
Oggi, come ogni anno, Arnaldo Caccia, padre di Cristina, è tornato sul luogo della tragedia per partecipare alla tradizionale cerimonia svoltasi a fianco della stele commemorativa posta un anno dopo l’attentato in ricordo delle vittime innocenti di quella follia. In ricordo della sua Chichi. Del Mondo. E di André.
«Da quel giorno non è cambiato niente. È come se fosse accaduto ieri», ci aveva confidato nel 2021 Arnaldo in concomitanza con il decimo anniversario del dramma. Una tragedia che colpì come un pugno allo stomaco tutto il Cantone. E che ogni anno - il 28 aprile - fa riaprire una ferita mai completamente sanata.
L'attentato - L'esplosione avvenne alle 11.30 ora locale (le 12.30 in Svizzera) all'interno del Caffè Argana, sulla centralissima piazza Jamaa el Fna. Il locale, molto frequentato dai turisti, fu praticamente raso al suolo da un ordigno artigianale fatto esplodere a distanza. La terribile deflagrazione provocò la morte di diciassette persone - otto francesi, tre svizzeri, due marocchini, un russo, un canadese, un britannico e un olandese - e il ferimento di altre venticinque. Per l'attentato furono condannate nove persone. Per i due principali responsabili - Adil Al-Atmani e Hakim Dah - venne richiesta la pena capitale, ma i difensori dei famigliari delle vittime nel corso del processo ribadirono la loro contrarietà a questa condanna per non trasformare gli artefici dell'attentato in "martiri".