È stata un'altra Pasqua piovosa. Le condizioni meteo tra nord e sud delle Alpi si stanno invertendo in questo periodo dell'anno?
In realtà no. Tra il 2000 e l'anno scorso, solo nel 2003, 2005, 2010, 2014 e 2024 le festività pasquali sono stato povere di sole e con pioggia.
LOCARNO - Un po' di nebbia a basse quote, con i raggi del sole che iniziano a filtrare. La pioggia sembra ormai essere (quasi) del tutto alle spalle e la giornata di oggi sarà per molti il salvagente di questo uggioso fine settimana pasquale, tradizionalmente l'inizio della stagione turistica in Ticino. Un fine settimana piovoso proprio come lo era stato quello dell'anno scorso.
Dobbiamo quindi dire addio alla Sonnenstube? E la domanda che viene posta da MeteoSvizzera nel suo ultimo blog. «Il fine settimana pasquale è iniziato con un Venerdì Santo caratterizzato da schiarite, a tratti anche ampie, e solo qualche locale rovescio. In seguito, sabato e soprattutto la domenica di Pasqua sono caratterizzati da molta nuvolosità e precipitazioni a tratti frequenti. Al contrario, il versante nordalpino beneficia di condizioni in generale più soleggiate».
Si arriva così a quello che è il nodo della questione. «Si può quindi affermare che le condizioni meteorologiche tra nord e sud delle Alpi si stanno gradualmente invertendo in questo periodo dell'anno?».
Niente di tutto ciò, chiariscono da Locarno Monti. «In realtà, succede semplicemente che a volte la Pasqua sia piovosa in Ticino»; una situazione che è figlia di quella variabilità «piuttosto tipica della stagione primaverile».
Prendendo in considerazione i dati, per Lugano, dal 2000 all'anno scorso, solo nel 2003, 2005, 2010, 2014 e 2024 le festività sono state estremamente povere di sole e con pioggia. Per quanto riguarda invece le temperature, «la variabilità tra Pasqua mite e fresca rispetto alla norma pluriennale è piuttosto elevata». Occorre però sottolineare come tracciare un'analisi statistica accurata in questo senso è difficile dato che le festività di Pasqua non cadono mai nelle stesse date tra un anno e l'altro.
La conclusione? «Possiamo dire che non esiste il “brutto” o “bel” tempo, ma solo l’abbigliamento non adatto»