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LAMONE

«Una casa per Valentina e Cihan, compagni di scuola dei nostri figli»

I due bimbi, iscritti alla prima elementare, saranno trasferiti quando sarà dismesso il motel Vezia, il centro asilanti dove vivono.
T-Press (archivio)
«Una casa per Valentina e Cihan, compagni di scuola dei nostri figli»
I due bimbi, iscritti alla prima elementare, saranno trasferiti quando sarà dismesso il motel Vezia, il centro asilanti dove vivono.
I genitori delle elementari di Lamone-Cadempino scrivono alle istituzioni: «Troviamo un alloggio per i due bimbi e le loro famiglie nei nostri comuni».
LAMONE - «Finalmente, le meritate vacanze! Ci si vedrà tutti a settembre. Tutti forse no, purtroppo». Valentina e Cihan, due alunni della prima elementare della scuola di Lamone-Cadempino, non sapranno ancora dove inizieranno il prossimo anno scol...

LAMONE - «Finalmente, le meritate vacanze! Ci si vedrà tutti a settembre. Tutti forse no, purtroppo». Valentina e Cihan, due alunni della prima elementare della scuola di Lamone-Cadempino, non sapranno ancora dove inizieranno il prossimo anno scolastico. Ma, con tutta probabilità, sarà lontano dai propri amici e compagni di classe.

La chiusura del centro - Con le loro famiglie, i bimbi sono ospiti del Motel Vezia, il centro richiedenti l’asilo gestito dalla Croce rossa Ticino per conto del Dipartimento della sanità e della socialità del Cantone. Ma i 98 richiedenti che vi dimorano dal febbraio 2023 saranno trasferiti poiché, come riportano i media, l'alloggio collettivo verrà dismesso a fine giugno.

La lettera - Per questo, un' ottantina di genitori ha deciso di scrivere al Cantone, alla scuola, ai due municipi e alla Croce rossa chiedendo di trovare insieme una soluzione. Vale a dire, «una casa a Lamone o Cadempino per i compagni dei nostri figli». A settembre 2023, spiegano le mamme e i papà, «Valentina e Cihan hanno iniziato l’anno scolastico a Lamone, facilmente raggiungibile con il bus che passa proprio dal Motel. I due bambini si sono subito integrati nella classe, hanno imparato l’italiano e sono apprezzati e ben voluti da tutte e tutti, maestre comprese».

Trasferiti chissà dove - Alla notizia della chiusura del centro di Vezia, «le nostre bambine e i nostri bambini hanno cominciato a chiedersi dove sarebbero andati i loro due compagni. Nessuno lo sa. I diretti interessati non lo sanno e sono comprensibilmente preoccupati. Probabilmente la Croce Rossa cercherà degli appartamenti, ma sembrerebbe che questi alloggi non siano né a Lamone né a Cadempino».

«Dovrebbero ricominciare tutto da capo». Valentina e Cihan, sottolineano i genitori, «vivono una situazione particolare, già di per sé non facile. La scuola di Lamone-Cadempino è stata un luogo importante per favorire la loro crescita personale e il processo di integrazione. Durante l’anno scolastico, i due bimbi hanno potuto sviluppare legami profondi con i propri compagni di classe e con le due maestre, trovando così quella stabilità e quella serenità per loro così necessaria. Trasferire le loro famiglie in altri Comuni vorrebbe dire ricominciare tutto da capo».

«Scelta assurda» - Per le famiglie si tratta di «una scelta assurda, dato che le alternative ci sono». Così, «noi, genitori delle bambine e dei bambini delle Scuole elementari di Lamone-Cadempino, chiediamo alle autorità cantonali, comunali, alla Croce Rossa Ticino e all’Istituto scolastico che agiscano in maniera attiva affinché le famiglie di Valentina e Cihan possano trovare un alloggio nei nostri due Comuni. Non ci sembra di chiedere la luna, ma semplicemente di coniugare la ragione con il cuore».

«Tenete conto delle nostre rivendicazioni» - Lamone e Cadempino «sono da sempre terre di accoglienza e di integrazione: trovare gli appartamenti per alloggiare e accogliere queste due famiglie non dovrebbe essere un problema. Basta poco e una casa la troviamo; se serve daremo una mano nella ricerca». A questo proposito, gli stessi genitori, nel frattempo, avrebbero già trovato due appartamenti a Lamone disponibili a pigione moderata e con alle spalle già esperienze di questo tipo. Infine, l’invito «a viva voce, di tenere conto di queste rivendicazioni che non sono solo nostre: sono quelle delle nostre figlie e dei nostri figli».

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