Le ucraine vanno dal sindacato

Impiegate come personale domestico e sottopagate. Fonio (Ocst): «Importante denunciare»
LUGANO - Dopo la guerra e la fuga, anche lo sfruttamento. Il caso di una 18enne ucraina impiegata come baby-sitter in nero a Lugano, raccontato da tio.ch/20minuti, non è isolato e preoccupa l'Ocst. Il sindacato nelle ultime settimane è già stato contattato per situazioni simili.
«Per ora abbiamo a che fare in particolare con casi di personale domestico assunto a basso costo e aggirando le regole» conferma il sindacalista e deputato Ppd Giorgio Fonio.
«Si tratta di donne spaventate e spaesate, che non conoscono la lingua e il mondo del lavoro locale» e vengono sotto-pagate «da persone che approfittano della loro fragilità». Anche i casi trattati dall'Ocst si caratterizzano per l'assenza di contratti di lavoro e salari oltre il limite del dumping.
Alle profughe che hanno bussato alla porta dell'Ocst il sindacato ha ricordato l'esistenza di un contratto normale di lavoro e dei minimi salariali in vigore in Ticino. «È importante che la rete di soggetti e associazioni attive sul territorio si attivino e coinvolgano il sindacato per fare denuncia nelle sedi competenti» conclude Fonio. «Purtroppo in questo momento la gente tira fuori il meglio ma anche il peggio di sé».




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