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LUGANOUn cuore nuovo grazie a “pezzi di ricambio” donati

12.10.20 - 08:30
Sono due i pazienti curati al Cardiocentro con questa tecnica, con pochissimi rischi di rigetto
Cardiocentro
Un cuore nuovo grazie a “pezzi di ricambio” donati
Sono due i pazienti curati al Cardiocentro con questa tecnica, con pochissimi rischi di rigetto
Il tutto è possibile grazie alla possibilità di conservare radici aortiche di donatori presso la Cell Factory.

LUGANO - Una porzione del loro cuore è stata sostituita con “pezzi di ricambio” precedentemente prelevati da donatori e crioconservati. Sono due i pazienti recentemente operati con successo, con questa tecnica, presso il Cardiocentro di Lugano. «Questo tipo di operazione – spiega il Prof. Enrico Ferrari, chirurgo responsabile degli interventi – è considerato il trattamento migliore, in una prospettiva di lungo termine, in caso di infezione della radice aortica in pazienti già operati per sostituzione valvolare e nelle recidive di endocarditi».

In pratica, la valvola aortica e i tessuti circostanti - tecnicamente la “radice aortica” - sono stati sostituiti con quelli di un donatore. Una persona «il cui cuore non è idoneo al trapianto, oppure che ha scelto di limitare ai tessuti la sua disponibilità come donatore». Sono trapianti che non comportano rischi di rigetto, almeno in fase acuta, perché il tessuto utilizzato risulta “inerte” a seguito del processo di isolamento, decontaminazione e congelamento.

Non si tratta, però, di un’operazione istantanea. I tessuti, infatti, vengono espiantati, processati e crioconservati. Ed è qui che diventa fondamentale il ruolo della Lugano Cell Factory, la banca dei tessuti “pietra miliare della chirurgia cardiaca in Ticino” di cui è responsabile tecnico Lucia Turchetto. Si tratta infatti della prima struttura in Svizzera specificatamente dedicata a questo, autorizzata dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). «Credo che sia una realtà di assoluto valore e di grande importanza e non solo per il Cardiocentro - commenta il primario di cardiochirurgia, Prof. Stefanos Demertzis -, tanto che progettiamo di ampliarla per offrire i tessuti in essa conservati anche ad altri centri cardiochirurgici, in Svizzera e all’estero”.

Nel frattempo i due pazienti operati grazie alla crioconservazione della radice aortica stanno bene. «L’esito positivo di entrambi gli interventi e il benessere postoperatorio dei pazienti sono per noi motivo di grande soddisfazione - aggiunge il Prof. Ferrari -, anche per la rara opportunità di aver potuto offrire questo trattamento, che è certamente il migliore possibile per questi specifici pazienti che abbiamo operato». 

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