Cerca e trova immobili

TICINOUNIA e OCST: "Nessun salario sotto i 3'500 franchi"

07.09.11 - 12:40
Spuntano ancora nuove aziende proiettate a mutare le condizioni di lavoro. I sindacati presentano una lista
Foto Tio/Manuel Meleleo
UNIA e OCST: "Nessun salario sotto i 3'500 franchi"
Spuntano ancora nuove aziende proiettate a mutare le condizioni di lavoro. I sindacati presentano una lista

LUGANO - UNIA e OCST non ci stanno alle implicazioni aziendali e contrattuali che il franco forte sta  causando a danno dei lavoratori e hanno oggi presentato un pacchetto di proposte che mostreranno a tutte quelle aziende che tenteranno di ledere i diritti dei lavoratori o che vorranno cambiare le condizioni contrattuali.

“Non ci stiamo soprattutto dopo che la BNS ha deciso di mantenere al valore limite di 1,20 franchi il valore del cambio.  Una scelta che salutiamo con favore, ma proprio per questo non è possibile che ancora ieri, molte aziende hanno provato ad ancorare il salario ad un cambio fisso di 1,35 o 1,40 franchi” spiega Giovanni Scolari dell’OCST. “Sono arrabbiato. I lavoratori vengono costretti ad accettare nuove condizioni e chi non lo fa, viene addirittura invitato ad un colloquio con il direttore per un’ora. Siamo al Medioevo. Tutto è iniziato con la vicenda della Trasfor e poi man mano tante aziende hanno cercato di imitare quella situazione sia nel mendrisiotto che nel locarnese.”

Scolari va oltre, parla di una lista di aziende famigliari che in segreto attuano variazioni sui salari dei dipendenti, spesso pagati anche a nero. Si tratta di aziende soprattutto del mendrisiotto dove vige una situazione particolare. Aziende spesso che si spostano da oltre confine in Ticino per avere una serie di vantaggi e che portano con loro lavoratori frontalieri già prima abituati al lavoro nero. La lista delle aziende fatta dai sindacati è stata consegnata alla Commissione tripartita. Ma Scolari parla anche di altre ditte. Il caso della Intensive di Grancia  segnalato proprio da Ticinonline per esempio: “Abbiamo chiesto un incontro ma al momento ci hanno detto che non c’è il direttore e stiamo aspettando, ma l’incontro lo faremo. Nuovi incontri per deroghe al contratto ce li hanno chiesti anche la Micron e poi il Gruppo Fabbri di Muzzano con la Plastar SA. e la Waldys SA”.

I sindacati hanno elencato le misure che molte aziende stanno cercando di adottare  per rimediare alla competitività. Misure come l’aumento dell’orario di lavoro fino a 45 ore, il pagamento dei salari in euro ai frontalieri, il pagamento dei salari ad un tasso di cambio di 1,30 franchi. Misure inaccettabili per Unia e Ocst rappresentati oggi rispettivamente da Saverio Lurati e Rolando Lepori,  da Giovanni Scolari e Meinrando Robbiani,i quali tuttavia hanno messo sul tavolo della contrattazione nuove proposte in segno di apertura.

“Noi vogliamo – ha specificato Lepori- che le aziende prima di prendere dei provvedimenti ci coinvolgano. Cosa devono fare? Semplice, mostrarci la situazione economica per verificare l’effettiva situazione di crisi, verificare ipotesi alternative come l’orario flessibile o il blocco delle assunzioni ma anche garantire un salario minimo di 3’500 franchi al di sotto del quale nessuna misura può essere applicata. Infine chiediamo di rinunciare a diminuzioni salariali legate al tasso di cambio”. La proposta dell’AITI dunque è respinta al mittente.  

Uno dei tasselli sui cui tutti hanno insistito è stato quello del frontalierato concepito ormai come  valvola di sfogo.  L’abbassamento dei salari dei frontalieri manifesta l’intenzione di lombardizzare i salari ma, per i sindacati, se viene  legittimato, metterebbe in difficoltà tutti, in primis i lavoratori ticinesi ma a lungo tempo gli stessi frontalieri, in quanto una volta abbassati i salari, anche in condizioni nuove favorevoli, sarà difficile pretendere che vengano adeguati a rialzo.  E Lurati va oltre, “aziende di oltre confine che scelgono di venire in Ticino devono pagare i lavoratori come lo si fa in Svizzera, altrimenti è meglio rinunciarvi in quanto portano solo un depauperamento e la distruzione di terreno pregiato”.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE