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FAIDO / SEDRUNAlptransit, una festa senza otto operai

15.10.10 - 08:17
Questo giorno è anche tutto loro. Le vittime di Alptransit, tutte straniere, Andreas Reichardt, Jacques du Plooy, Heiko Bujak, Albert Ginzinger, Andrea Astorino, Salvatore Di Benedetto, Thorsten Elsemann e Hans Gammel verranno ricordati poco prima della caduta dell'ultimo diaframma
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Alptransit, una festa senza otto operai
Questo giorno è anche tutto loro. Le vittime di Alptransit, tutte straniere, Andreas Reichardt, Jacques du Plooy, Heiko Bujak, Albert Ginzinger, Andrea Astorino, Salvatore Di Benedetto, Thorsten Elsemann e Hans Gammel verranno ricordati poco prima della caduta dell'ultimo diaframma

AIROLO - Quattro tedeschi, due italiani, un austriaco, un sudafricano. Il pensiero è rivolto anche a loro, agli eroi del San Gottardo che oggi, purtroppo, in questo giorno di festa, non potranno esserci. Il ricordo è doveroso. Il sacrificio di questi lavoratori non potrà mai essere dimenticato. All'appello mancheranno oggi Andreas Reichardt, Jacques du Plooy, Heiko Bujak, Albert Ginzinger, Andrea Astorino, Salvatore Di Benedetto, Thorsten Elsemann e Hans Gammel.

Oggi, a 18 anni dall'inizio dei lavori, cadrà l'ultimo diaframma del traforo del Gottardo. E prima che Hubert Bär, capomastro austriaco e primo uomo che oltrepasserà, con la Santa Barbara sotto il braccio, i due lati del varco che unisce i due lati del tunnel, le immagini delle otto vittime scorreranno in ricordo di loro.

Foto di uomini giovani, pieni di vita, forti, coraggiosi. Accomunati dall'umiltà, dalla dignità, da quella forza tutte operaie, questi lavoratori resteranno per sempre uniti ai loro compagni di lavoro, a quei 2500 minatori, quasi tutti stranieri, che hanno lavorato e reso possibile, grazie al loro sforzo, un'opera dell'ingegno umano così grandiosa e unica.    

Un ragazzo dalla Turingia - Il pensiero sarà rivolto ad Andreas Reichardt, la prima vittima del tunnel, deceduto l'8 giugno del 2000 a Sedrun. Era nato il 10 luglio del 1967 a Gera, in Turingia, nell'ancora Repubblica Democratica Tedesca. Il suo amico e cognato, Stephan Dähne, se l'è visto morire a pochi metri di distanza. Una sbarra di ferro da 40 chili, durante i lavori di scavo nel tunnel di base, precipita da 700 metri d'altezza e colpisce Andreas, per gli amici Entrich, che muore sul colpo. Il 33enne era sposato e aveva un figlio di 3 anni.
 
Il 23enne sudafricano che lavorava per potersi comprare una macchina - La seconda vittima: il sudafricano Jacques du Plooy, il più giovane tra i caduti. E' morto il 13 marzo del 2001, all'età di 23 anni. Come Reichardt, anche Jacques du Plooy ha trovato la morte a Sedrun, travolto da una cascata di materiale di scarto. Il giovane voleva costruirsi un futuro ed era un tipo parsimonioso. Risparmiava per potersi permettere di comprare un'auto. Prima di partire per la Svizzera viveva con sua madre Cecilia Engelbrecht e sua sorella Ronel Nortje a Johannesburg. Quando ebbe la possibilitä di tornare a casa, nel suo Sudafrica, si portò dalla Svizzera una bottiglia che riempì di neve prima di partire. Bottiglia che regalò alla sorella come ricordo.  

Il motociclista arrivato dalla Sassonia - Il terzo lavoratore a perdere la vita si chiamava Heiko Bujak. Muore il 3 aprile del 2003 a 35 anni quando a Faido, un masso si stacca dalla parete rocciosa durante i lavori di scavo. Heiko era tedesco, nato nella Sassonia-Anhalt ed era partito per la Svizzera con la speranza di diventare un esperto artificere. Aveva la passione della motocicletta. Ha lasciato la sua fidanzata Manuela e la sua piccola India, di 3 anni.

Albert Ginziger, l'austriaco amante della montagna - Nell'autunno dello stesso anno muore Albert Ginzinger. Questa volta ad Amsteg. Albert è austriaco, arrivato dalla regione di Salisburgo, aveva scelto la Svizzera con la speranza di assicurare un futuro migliore a suo figlio e costruirsi una casa. Operaio edile, grande lavoratore, amava la natura e, in particolare la montagna. Arrivò ad Amsteg in coincidenza della messa in moto della gigantesca trivella. Il 37enne è rimasto schiacciato da un tamburo per cavi. In un angolo della mensa del cantiere di Amsteg il suo amico e connazionale capomastro Herbert Brandstätter, ha creato un piccolo altare in suo ricordo.

Andrea e Salvatore, due ragazzi solari - Andrea Astorino aveva 31 anni e Salvatore Di Benedetto, 24 anni, le due vittime italiane vivevano in Ticino. Di origini meridionali hanno trovato la morte a Bodio, a seguito di un'incidente su cui la magistratura ticinese ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo. Era il 21 gennaio del 2005 e un vagone deragliò andando a urtare violentemente contro il treno di pulizia fermo sul binario parallelo, treno che mettendosi in moto ha ucciso i due ragazzi. A comparire alla sbarra saranno, a breve, il responsabile della ditta tedesca fornitrice dei convogli "Rotationskipper" all'origine dell'incidente, colpevole secondo l'atto d'accusa firmato dal procuratore pubblico Chiara Borelli, di avere omesso di ritirare dal consorzio il materiale rotabile che sapeva essere "deformato e difettoso". Inoltre sono accusati anche il capo della sezione meccanica, un ingegnere tedesco di 45 anni residente a Claro, il capocantiere, uno svizzero 42enne domiciliato oltralpe, e l’operatore addetto alla pianificazione e al controllo del movimento ferroviario all’interno della galleria ovest, un 55enne svizzero di Biasca. I familiari di Andrea e Salvatore chiedono giustizia. La moglie di Andrea Astorino era incinta quando il marito ha trovato la morte. Davide è nato quattro mesi dopo il decesso del padre, che intervistato alla tv, il giorno di Santa Barbara il 4 dicembre, sorridendo, aveva detto che quel giorno era il suo compleanno. E' stato l'ultimo.

Silke, Thorsten e il piccolo Jonas, un Natale insieme soltanto - Dal Ticino a Oberhausen, nel bacino della Ruhr. Silke Elsemann, la vedova di Thorsten Elsemann è rimasta sola con il suo piccolo Jonas, che ora ha 5 anni. Quando morì suo padre, Jonas aveva pochi mesi. Thorsten è morto a Sedrun il 23 novembre del 2006 a 30 anni, schiacciato da un carrello in movimento. L'uomo aveva lasciato la sua cabina durante la fase di manovra per caricare materiale di scarto. Un anno prima, nel 2005, Thorsten e Silke, con il loro figlio nato nel marzo dello stesso anno, avevano deciso di trasferirsi insieme a Sedrun per avere più tempo per stare insieme. Silke, Thorsten e il piccolo Jonas hanno trascorso tutti insieme soltanto un Natale. Thorsten sperava di andarsene presto dal tunnel, non gli piaceva e aveva promesso alla moglie che sarebbero tornati in patria dopo il Natale del 2006.

L'ultima vittima - Infine l'ultima tragedia il 24 giugno di quest'anno. Hans Gammel, un ingegnere tedesco è caduto da un locomotore e non è sopravvissuto alle ferite riportate. 

Il Gottardo - Come ha riferito la Televisione Svizzera (SF) nel documentario "Gli eroi del Gottardo", la costruzione del tunnel ferroviario del San Gottardo di 150 anni fa è costata la vita a 10 minatori per ogni chilometro costruito, quella della galleria autostradale un morto per ogni chilometro scavato. Per quello di oggi la cifra si è abbassata di dieci volte. Nonostante le migliorate condizioni di lavoro, di sensibilizzazione, i controlli per evitare il consumo di alcool durante il lavoro e corsi di primo intervento, per ogni cinque lavoratori si è verificato un infortunio che ha richiesto cure mediche e, purtroppo, 8 vittime. Un monito per tutti. Persone che lavoravano, come tutti i 2.500 minatori quasi tutti stranieri, a 5000 franchi al mese netti e che semplicemente, attraverso il lavoro speravano in un futuro migliore.  

p.d'a.

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