"Stalking" nel Codice penale: ancora una divergenza

Il Consiglio nazionale ha ribadito che se perpetrato nell'ambito di una relazione, il reato dovrebbe essere perseguito d'ufficio.
BERNA - Lo "stalking" dovrebbe essere inserito nel Codice penale (CP) come reato specifico. Le due Camere non riescono tuttavia a mettersi d'accordo sui dettagli di questo progetto di legge.
Oggi il Consiglio nazionale ha ribadito - con 123 voti a 62 e 3 astensioni - che se perpetrato nell'ambito di una relazione di coppia, il reato dovrebbe a suo avviso essere perseguito d'ufficio.
Si tratterebbe di un'eccezione, relativa ai casi in cui l'autore e la vittima hanno una relazione, e si estenderebbe a un periodo di un anno dopo la separazione.
Secondo la maggioranza del plenum, lo stalking, ossia il perseguitare, molestare o spiare ripetutamente una persona, è spesso legato alla violenza domestica e la stessa regola si applica, ad esempio, alla semplice aggressione. Le vittime sono spesso spinte a non sporgere denuncia.
Nella sessione invernale gli Stati si erano espressi contro tale eccezione e anche il Consiglio federale era contrario. "Non dovrebbe essere possibile per l'autore del reato costringere la vittima a un procedimento penale che non vuole", ha argomentato invano il ministro di giustizia Beat Jans.
Il Nazionale si è invece allineato agli Stati in merito a una seconda divergenza: dovrebbe essere sufficiente che un comportamento sia in grado di limitare significativamente la libertà di vita di qualcuno, per essere punito. Non dovrebbe invece essere necessario dimostrare che questo sia effettivamente il caso sulla vittima per essere punito, come previsto in origine dal progetto.




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