Cerca e trova immobili
SVIZZERA

120mila firme contro gli investimenti nelle armi

Il Gruppo per una svizzera senza esercito ha raccolto oltre 120'000 firme per l'iniziativa "Per un divieto di finanziare i produttori di materiale bellico"
Keystone
120mila firme contro gli investimenti nelle armi
Il Gruppo per una svizzera senza esercito ha raccolto oltre 120'000 firme per l'iniziativa "Per un divieto di finanziare i produttori di materiale bellico"
BERNA - Il Gruppo per una svizzera senza esercito (GSsE) ha raccolto oltre 120'000 firme per l'iniziativa "Per un divieto di finanziare i produttori di materiale bellico". Il testo sarà depositato il 21 giugno alla Cancelleria federale. ...

BERNA - Il Gruppo per una svizzera senza esercito (GSsE) ha raccolto oltre 120'000 firme per l'iniziativa "Per un divieto di finanziare i produttori di materiale bellico". Il testo sarà depositato il 21 giugno alla Cancelleria federale.

L'iniziativa ha ottenuto il sostegno dei giovani Verdi, del PS e di una quarantina di altre organizzazioni. Il testo vuole vietare alla Banca nazionale svizzera (BNS) e alle Casse pensione di investire nelle industrie dell'armamento. Inoltre, la Confederazione dovrebbe esigere determinate condizioni da banche e assicurazioni. Secondo dati forniti dal comitato promotore, nel 2016 «la BNS ha investito 800 milioni di dollari nei produttori di armi nucleari», le casse pensione versano fra i 4 e i 12 miliardi nel settore del materiale bellico e UBS e Credit Suisse 8 miliardi in quello degli armamenti.

La raccolta firme era iniziata l'11 aprile 2017 con un'azione dell'attivista 86enne Louise Schneider, che aveva scritto con lo spray "I soldi per le armi uccidono" su una palizzata del cantiere di ristrutturazione della BNS a Berna.

🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE