Intervista al Consigliere nazionale Roger Köppel all'indomani dell'uscita dall'aula in segno di protesta della Consigliera federale Simonetta Sommaruga e dei deputati del gruppo PS
ZURIGO - Ed ecco che Roger Jürg Köppel, uno dei giornalisti più conosciuti in Svizzera tedesca e Germania, personaggio televisivo, ospite in diverse occasioni di talk show politici sui canali pubblici tedeschi, è riuscito a catturare la scena politica federale e farsi conoscere in tutta la Svizzera. L'ex capo redattore del tedesco Die Welt, redattore capo ed editore del settimanale Die Weltwoche, si è reso protagonista ieri di un intervento nell'aula del Consiglio Nazionale che ha provocato la ministra della Giustizia Simonetta Sommaruga, la quale ha lasciato l'aula in segno di protesta. Così ha fatto anche il gruppo parlamentare del Partito Socialista. Köppel ha accusato la Consigliera federale di avere soprasseduto intenzionalmente e con frivolezza sui principi costituzionali e, per quanto riguarda la revisione della legge sull'asilo, di non chiamare le cose con il proprio nome: «Lei preferisce parlare di procedura di approvazione dei piani anziché di espropriazione, lei alle persone vuole portare via le case e gli appartamenti», ha dichiarato durante il suo intervento.
Nella giornata di oggi, 20 Minuten ha intervistato il Consigliere nazionale UDC.
Signor Köppel, durante il suo intervento la Consigliera federale Sommaruga e il Gruppo parlamentare del Partito Socialista sono usciti dalla sala. Lei cosa dice in merito?
«Questo rappresenta un gesto irrispettoso e antidemocratico. Da portavoce ufficiale della minoranza ho esposto in modo oggettivo le mie argomentazioni critiche contro quella che è stata una violazione della Costituzione. Ma lei non le ha volute ascoltare. L'intero gruppo parlamentare poi ha lasciato la sala: è l'ammissione del loro fallimento».
Se il suo intervento è stato così inoffensivo, perché Sommaruga se n'è andata?
«La signora Sommaruga o è troppo sensibile o è presuntuosa. In Svizzera un Consigliere federale non può permettersi di considerare ogni critica come una offesa di lesa maestà. Non siamo in una monarchia. Se è bastato un mio intervento per farla uscire dall'aula, mi chiedo come reagisca la Consigliera federale Sommaruga quando si deve confrontare veramente con dibattiti duri e difficili».
Alcuni consiglieri nazionali hanno detto che lei sarebbe stato «sconveniente», «sfacciato», «sconcio». Sicuro di non avere esagerato?
«Ma che assurdità. Sono stato critico, ma ho mantenuto sempre il decoro. Una volta il PS non se la sarebbe svignata. I grandi socialisti come Hubacher o Bodenmann mi avrebbero risposto per le rime. Ed è così che me lo immagino un dibattito parlamentare: una discussione obiettiva».
Lei ha accusato la Consigliera federale di lasciarsi ricattare...
«La signora Sommaruga e i suoi colleghi si sono lasciati inequivocabilmente ricattare dall'Unione Europea in merito all'accordo di programma di finanziamento per la ricerca e l'innovazione Horizon 2020. Ma ciò non lo ammetteranno mai e sono costretti a ricorrere ad espressioni come «trattative» o «misure di compensazione». E tutto questo bisogna portarlo alla luce».
La presidente del Consiglio nazionale Markwalder l'ha convocata per un colloquio personale. Si aspetta una sgridata?
«Se così avvenisse la situazione assumerebbe ancora una dimensione più bella. Un parlamento non è uno zoo per bambini, ma è un luogo in cui ci si confronta, anche con durezza. Ho ricevuto un mandato dai miei elettori, ossia di oppormi in modo critico alla politica di sinistra. Spero che questo non sia proibito».
Lei è consigliere nazionale da poco tempo. E' questo il nuovo stile politico?
«Cerco di chiamare le cose con il proprio nome. Se la signora Sommaruga non sopporta più la verità, dovrebbe domandarsi se si trova al posto giusto. I nostri consiglieri federali sono circondati da «Yes Men» senza spirito critico? Mi sembra di sì».
Continuerà dunque a provocare?
«Continuerò a dire cosa penso».