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BERNABorse di studio, la competenza rimane ai Cantoni

14.06.15 - 17:31
Borse di studio, la competenza rimane ai Cantoni

BERNA - Le borse di studio rimangono un tema di competenza cantonale. L'iniziativa popolare che chiedeva un'armonizzazione a livello nazionale è infatti stata respinta dal 72,53% dei votanti (pari a 1'611'594 schede) e dalla totalità dei Cantoni. La partecipazione si è attestata al 42,90%

La netta bocciatura, secondo quanto dichiarato dal direttore dell'istituto di ricerche congiunturali gfs.bern Claude Longchamp alla televisione svizzerotedesca SRF, è attribuibile in parte alla poca discussione osservata sul tema. Questo fatto ha avuto come conseguenza una scarsa mobilitazione dei favorevoli.

In Ticino, dove la partecipazione ha raggiunto il 44%, il testo è stato bocciato con il 70,88% di "no" contro il 29,12% di "sì". Nei Grigioni con il 77,23% (22,77% di "sì", partecipazione 39,44%,).

Fra i maggiori oppositori al testo si trovano Appenzello Interno (86,98% di "no"), Obvaldo (84,69%), Nidvaldo (83,94%) e Zugo (81,63%). Lievemente migliore la situazione in Romandia: a Ginevra i contrari hanno raggiunto "solo" il 57,76% e nel canton Vaud il 61,90%. A Lucerna il testo è stato bocciato dal 77,93% dei votanti, a Zurigo dal 73,37% e a Berna dal 73,31%.

Il presidente della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE), Christoph Eymann, si è dimostrato soddisfatto dal risultato. A suo dire, un "sì" avrebbe avuto gravi conseguenze sulle università.

Un aumento delle uscite per le borse di studio avrebbe gravato sui budget cantonali dedicati all'istruzione, ha dichiarato Eymann oggi all'ats. Questo avrebbe comportato un peggioramento della qualità scolastica.

L'Unione degli studenti universitari (USU), fautrice dell'iniziativa sulla borse di studio, non si lascia scoraggiare dal secco "no" scaturito dalle urne. L'organizzazione considera infatti una vittoria l'aver inserito il tema nell'agenda politica.

Il fatto che il sistema della borse di studio debba essere rinnovato non è più combattuto, ha affermato oggi all'ats Maxime Mellina dell'USU. Anche se l'iniziativa non è riuscita, è stato possibile attirare l'attenzione su un sistema ingiusto.

Il testo e i futuri sviluppi

L'iniziativa, lanciata dall'USU, chiedeva un'armonizzazione delle borse di studio in tutta la Svizzera. L'organizzazione sosteneva che per giungere al livello universitario un giovane deve affrontare una selezione severa e che attualmente l'insegnamento superiore rimane riservato a rampolli di famiglie agiate.

Su questo tema i cantoni hanno in ogni caso già cominciato a muoversi. Nel 2007 sono cominciati i lavori per un concordato in cui vengono affermati i principi base e i funzionamenti delle borse di studio. Il documento è diventato definitivo nel marzo del 2013.

Questo concordato garantisce, a chi ne ha diritto, un finanziamento di almeno 16'000 franchi all'anno. Con Zurigo, dove non è ancora scaduto il termine di referendum, sono 17 i cantoni che vi hanno aderito. Entro il 2018 la teoria dovrebbe diventare pratica.

Il Consiglio federale, che si opponeva all'iniziativa in votazione oggi, sostiene l'azione dei cantoni. Secondo una modifica della legge proposta, finanziamenti federali andranno solamente ai cantoni che aderiranno al concordato.

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