Il Tribunale federale ha respinto il ricorso di un uomo che sosteneva di essere fuori di sé a causa della mancanza di zuccheri.
DELÉMONT - Condannato a undici anni di carcere, poi a tredici in appello nel 2024, un 40enne giurassiano, che ha tentato di sgozzare la sua ex fidanzata nel febbraio del 2022, si è dovuto rassegnare. Ieri il Tribunale federale svizzero ha confermato quanto emesso dalle autorità giudiziarie del Giura.
Colpa del diabete - La difesa dell'uomo verteva su un elemento curioso: il suo diabete. Secondo l'aggressore il livello di ipoglicemia avrebbe causato una confusione tale nella mente dell'uomo da non essere considerato responsabile dei fatti. Insomma, se bisogna puntare l'indice contro qualcuno (o qualcosa), questa è il basso livello di glucosio nel sangue.
La tesi del 40enne è stata però smentita in aula. Gli inquirenti hanno infatti stabilito che il giorno dell'aggressione, venerdì 18 febbraio 2022, l'uomo non ha subito alcuna alterazione della capacità di giudizio. Aveva inoltre «ricordi dettagliati degli eventi che non depongono a favore di uno stato confusionale».
«Ha agito in modo ponderato» - Nella sua sentenza, il Tribunale federale ha evidenziato quelli che ha definito fattori oggettivi per concludere che il 40enne ha «agito in modo ponderato» e con «particolare compostezza». Primo indizio: l'uomo è stato in grado di misurare i suoi livelli di zucchero nel sangue e di riequilibrarli da solo (operazione non semplice quando la crisi ipoglicemica raggiunge livelli pericolosi).
Inoltre, ha risposto ai messaggi, ha guidato la sua auto, è scappato dal vicino di casa che era stato allertato dalle urla della vittima, ha evitato di tornare a casa per non essere arrestato, ha nascosto la sua auto e ha cercato di far sparire il coltello.
Il TF ritiene pertanto che la valutazione effettuata dalla Corte d'appello del Giura non sia stata arbitraria.
L'intenzione omicida - L'Alta Corte ha anche respinto l'argomentazione del 40enne secondo cui le ferite inferte alla sua ex fidanzata non mettevano effettivamente in pericolo la sua vita. La Corte federale ha ritenuto che una coltellata al collo fosse sufficiente a stabilire l'intenzione omicida. La vittima è sopravvissuta soltanto grazie all'intervento tempestivo dei soccorritori.
I fatti - L'aggressione risale alla sera del 18 di febbraio del 2022 quando una 30enne è stata accoltellata e mentre usciva dal lavoro a Courgenay, nel canton Giura. Le condizioni della vittima sono apparse subito gravi. L'aggressore invece, il suo ex compagno, è dato alla fuga dopo l'intervento di un vicino.L'uomo si è poi costituito alla polizia il giorno seguente. In precedenza, l'aggressore aveva molestato, pedinato e filmato la donna con «l'obiettivo di vedere di più la figlia», ha ammesso in aula.