Processo guaritore: sieropositivo racconta di prelievi di sangue
Il testimone ha frequentato la scuola di musica dell'imputato dal 1997 e avrebbe coltivato anche un'amicizia con lui. Nel 2001 è risultato positivo al test dell'HIV, secondo le sue stesse indicazioni, ma lo ha comunicato solo al sedicente "guaritore". Questi gli avrebbe intimato di non parlarne con nessuno e avrebbe dichiarato di poterlo aiutare. Gli avrebbe poi chiesto di farsi prelevare del sangue per poterlo analizzare. Da quel momento l'uomo si sarebbe fatto togliere regolarmente il sangue dal "guaritore", approssimativamente sino alla fine del 2005.
Il teste ha proseguito affermando di aver preso le distanze dall'imputato dopo essersi ammalato ulteriormente. Egli non ha saputo spiegare come abbia contratto il virus dell'Aids.
Ieri l'imputato aveva affermato di non essersi mai procurato sangue infetto, visto che soffre di emofobia, ossia di un timore ossessivo della vista del sangue. Su di lui pende l'accusa di aver contagiato intenzionalmente tra il 2001 e il 2005 sedici persone con il virus HIV e parte delle vittime con quello dell'epatite C.




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