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SVIZZERA

Per coronare il desiderio di avere un figlio sono dovute andare in Austria

Fecondazione artificiale, la testimonianza di due madri: «In Svizzera ci vuole troppo tempo».
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Fonte TAGES-ANZEIGER
Per coronare il desiderio di avere un figlio sono dovute andare in Austria
Fecondazione artificiale, la testimonianza di due madri: «In Svizzera ci vuole troppo tempo».

BERNA - lI figlio di Carla e Helena S., nato sano dopo una gravidanza serena, rappresenta l’esito felice di un percorso lungo e faticoso.

I tentativi falliti e la decisioni di rivolgersi all'estero - la storia è riportata dal Tages-AnzeigerLa coppia, due donne svizzere, ha cercato per oltre un anno di avere un bambino nella confederazione ma senza successo. Quando Carla, destinata a portare avanti la gravidanza, ha raggiunto i 42 anni, il tempo ha iniziato a essere un fattore critico. Dopo cinque tentativi falliti di fecondazione artificiale e circa 40 mila franchi di spese, le due donne hanno interrotto le terapie in Svizzera e si sono rivolte a una clinica austriaca, dove Carla è rimasta incinta al primo tentativo.

I problemi nella clinica svizzera - Oltre agli scarsi risultati, la coppia riferisce di non essersi sentita a proprio agio nella struttura svizzera: comunicazioni lente, errori organizzativi e una lunga attesa per un donatore di seme. In Svizzera, infatti, il donatore viene assegnato dai medici, che selezionano sangue compatibile e caratteristiche fisiche simili a quelle dei genitori. Nonostante non avessero richieste particolari, Carla e Helena hanno atteso sei mesi prima di iniziare le terapie, mentre in Austria il primo trattamento è avvenuto dopo tre mesi ed è stato subito efficace.

Tempi lunghi - In teoria, i donatori non mancano: nel paese operano una trentina di cliniche e otto banche del seme. Tuttavia, i tempi si allungano perché ogni banca recluta i propri donatori, alcuni profili sono più difficili da trovare e il processo prevede più donazioni e controlli medici diluiti nel tempo, per garantire sicurezza e assenza di infezioni.

Metodo ROPA - Molte coppie svizzere scelgono quindi l’estero, dove l’offerta medica è più ampia. In Austria, da oltre dieci anni è consentita la donazione di ovociti, che ha permesso a Carla e Helena di ricorrere al metodo ROPA: ovociti prelevati da Helena, fecondati con seme di donatore, e gravidanza portata da Carla. All’estero, inoltre, è spesso possibile scegliere direttamente il donatore, mentre in Svizzera non è ammesso organizzare una donazione privata, nemmeno coinvolgendo un amico. Le due madri sottolineano che la decisione non è stata dettata dai costi: anche fuori dalla Svizzera le spese sono elevate, e nel loro caso hanno raggiunto i 50 mila franchi. Tuttavia, dicono, la nascita del figlio ha reso secondario ogni sacrificio.

La revisione della legge - La Confederazione sta valutando una revisione della legge sulla medicina riproduttiva. Tra le modifiche previste figurano la legalizzazione della donazione di ovociti e l’accesso alle tecniche di procreazione assistita per coppie non sposate, poiché oggi la donazione di seme è riservata alle coppie sposate. Una bozza di consultazione è attesa entro il 2026, ma si preannuncia un dibattito politico acceso: già nel 2022 partiti come SVP, Centro ed EVP si erano opposti alla legalizzazione della donazione di ovociti, mentre FDP e GLP erano favorevoli, e anche all’interno del PS non mancavano divisioni.

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