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SVIZZERAUn inverno da record

03.05.18 - 12:30
Tanta neve e anche molte valanghe. Il mese di gennaio è stato il più caldo degli ultimi 150 anni
Tipress
Un inverno da record
Tanta neve e anche molte valanghe. Il mese di gennaio è stato il più caldo degli ultimi 150 anni

DAVOS - L'inverno scorso 2017/18 ha fatto registrare diversi record: la straordinaria quantità di neve ha provocato numerose valanghe e un allarme di pericolo molto alto; inoltre il mese di gennaio è stato il più caldo degli ultimi 150 anni

Dopo tre anni caratterizzati da poca neve, questa volta l'inverno è stato lungo e molto innevato, ma solo in montagna, scrive oggi l'Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (SLF) di Davos (GR).

Le nevicate sono state intense in novembre, dicembre e soprattutto gennaio. Ma in quest'ultimo mese le temperature sono state estremamente alte: le maggiori da quando MeteoSvizzera ha iniziato le misurazioni nel 1864. Così a basse quote le precipitazioni sono state per lo più di pioggia.

Per le quote al di sopra dei 1500 metri si tratta complessivamente dell'inverno più ricco di neve degli ultimi 30 anni. Sotto i 1000 metri ce n'era invece appena la metà rispetto alla media, precisa l'SLF. In aprile, estremamente caldo, la neve si è poi sciolta molto più velocemente del solito.

Nel solo gennaio a quote oltre i 2000 metri sono caduti in alcune regioni dai 2,5 ai 5 metri di neve, con le punte più alte nel Vallese, tradizionalmente piuttosto asciutto: in alcune località un innevamento simile si registra solo una volta ogni 75 anni. Le stazioni meteo di Saas-Fee e Zermatt, con rispettivamente 204 cm e 210 cm, hanno rilevato il record per il mese di gennaio da quando sono iniziate le misurazioni oltre 70 anni fa.

Riguardo al pericolo di valanghe, il 22 gennaio l'SLF ha segnalato in ampie zone del paese il più alto grado di pericolo (5, "molto forte"), per la prima volta dal 1999. Soprattutto nel Vallese e nei Grigioni si sono distaccate numerose valanghe di dimensioni grandi e molto grandi.

Fortunatamente, la corsa a valle delle valanghe nubiformi, distaccatesi in alto, è stata frenata dalla neve umida presente più in basso, evitando così che fossero raggiunti i centri abitati. In alcuni casi, questi ultimi sono stati tuttavia mancati per un soffio.

La situazione - rammenta l'SLF - è stata comunque molto meno estrema rispetto alle valanghe del febbraio 1999. Nei 30 giorni precedenti, allora era caduto un terzo di neve in più rispetto allo stesso periodo di questo inverno, e per di più fino a bassa quota.

Sull'arco di tutto l'inverno 2017/18 all'SLF sono state segnalate oltre 250 valanghe con danni personali o materiali. 26 persone sono morte in 19 valanghe, a fronte di una media pluriennale di 21 decessi.

Le vittime erano esclusivamente di appassionati di sport invernali. Circa due terzi di esse (18 persone) erano in escursione, 7 praticavano attività fuoripista, mentre una persona è stata travolta da una slavina quando percorreva un sentiero escursionistico invernale aperto a Zermatt. In due grandi incidenti da valanga sono morte rispettivamente tre e quattro persone.
 
 

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