«Farò di tutto per meritarmi la conferma. Duca? Abbiamo mantenuto un ottimo rapporto»

Alessandro Benin si è espresso in merito alla sua nuova funzione di direttore sportivo dell'Ambrì. Intanto è anche arrivato il primo colpo di mercato, ovvero Michal Cajkovsky: «Volevamo un difensore e lui era considerato la migliore opzione per noi, siamo molto soddisfatti del suo arrivo».
La formazione biancoblù tornerà in pista venerdì sera a Zugo (ore 19.45), in occasione del suo 23esimo incontro stagionale.
Alessandro Benin si è espresso in merito alla sua nuova funzione di direttore sportivo dell'Ambrì. Intanto è anche arrivato il primo colpo di mercato, ovvero Michal Cajkovsky: «Volevamo un difensore e lui era considerato la migliore opzione per noi, siamo molto soddisfatti del suo arrivo».
La formazione biancoblù tornerà in pista venerdì sera a Zugo (ore 19.45), in occasione del suo 23esimo incontro stagionale.
AMBRÌ - Da qualche settimana il nuovo direttore sportivo dell'Ambrì è Alessandro Benin. Il 48enne lavora per il club leventinese da ben 13 anni e in tutto questo tempo ha ricoperto svariati ruoli - fra i quali quelli di Video Coach e Team Manager della Prima Squadra - ma lo scorso 14 ottobre è arrivato il grande salto. «È sempre stato un sogno per me riuscire un giorno a ricoprire il ruolo di direttore sportivo di una squadra di National League», sono state le prime parole del 48enne. «In passato ho avuto qualche dialogo con club di leghe inferiori, ma non si è mai concretizzato niente. Adesso però - da un momento all'altro - ho ricevuto la possibilità di diventare il ds di una formazione di NL e ovviamente non mi sono tirato indietro. Non me l'aspettavo proprio e non ho nemmeno fatto un colloquio, è stata una chiamata al servizio».
Come ti trovi nelle tue nuove vesti?
«È cambiato un titolo, ma non l'impegno e la dedizione nei confronti dell'Ambrì. In queste vesti le situazioni da gestire sono sicuramente molte di più rispetto a prima, ma lo spirito e l'entusiasmo sono rimasti gli stessi. La progettazione, la pianificazione della formazione e le contrattazioni non facevano parte del mio lavoro quotidiano, ma - nonostante questo - i rapporti con gli agenti, gli scout e con i ds delle altre squadre fanno parte del mio storico. In questo contesto non ho infatti dovuto chiamare nessuno per presentarmi, dato che sapevano già tutti del cambiamento del mio ruolo. Posso ritenermi fortunato perché significa che, in tutti questi anni, anche se ero in una posizione minore, sono riuscito a coltivare dei legami importanti e questo in un certo senso ha agevolato la mia promozione. Devo dire che finora ho trovato tanta collaborazione sia da parte dei miei colleghi, sia dagli esterni».
Essendo nel club biancoblù da 13 anni sai esattamente cosa serve all'ambiente e cosa necessita la piazza.
«Così com'è successo verso l'esterno, anche internamente credo di aver coltivato degli ottimi rapporti e di aver guadagnato la fiducia della dirigenza. Questo ha portato da parte dei piani alti la nuova nomina e da parte del resto dei "soldati" un'ottima collaborazione. Il lavoro del ds non comprende soltanto delle situazioni da risolvere a corto termine, visto che bisogna soprattutto costruire sul lungo periodo, e questo tipo di visione dovrò presentarla ai miei superiori. Il rapporto con lo staff tecnico? È ottimo, anche perché ci conosciamo da diverso tempo. Il nostro mandato è valido fino al termine della stagione e farò tutto il possibile per meritarmi la conferma. Ciò che posso fare è quello che ho fatto negli ultimi tredici anni, ovvero continuare a lavorare per ciò che credo sia il bene dell’Ambrì».
E nella giornata di ieri Benin ha sferrato il primo colpo, ovvero il difensore slovacco Michal Cajkovsky, in provenienza dallo Spartak Mosca.
«Abbiamo sondato il mercato internazionale a 360 gradi e la situazione non era delle migliori, visto che nell'anno olimpico le squadre tendono a tenersi stretti i loro giocatori. In quest'ottica siamo molto soddisfatti del suo arrivo, anche perché volevamo un difensore e per noi Cajkovsky era considerato la migliore opzione sul mercato, per cui le due cose sono combaciate. Inoltre, prima della firma del contratto, ci si deve normalmente basare sulle referenze e sulla fiducia, invece in questo caso abbiamo avuto modo di svolgere delle analisi mediche dettagliate e approfondite, per questo ringrazio il nostro staff medico. Con tre difensori e quattro attaccanti nella rosa sono pienamente fiducioso delle scelte che faranno i nostri due allenatori, a dipendenza dell'avversario e delle varie situazioni che affronteremo».
Da quando siete saliti in sella, la squadra ha trovato una certa continuità a livello di risultati.
«Non dobbiamo dimenticarci che una stagione di hockey è una maratona e non uno sprint di 100 metri. Sfido chiunque - dal giocatore al responsabile del materiale, passando per il tifoso che viene a vedere la prima o la millesima partita - a non voler vincere ogni singolo incontro. Per quanto mi riguarda ci sono tante situazioni da analizzare e non c'è ancora stato un momento per realizzare davvero dove sono arrivato, perché da circa un mese stiamo viaggiando a 200km/h. Una delle prime cose che insieme al resto dello staff abbiamo valutato, è stato di mandare in prestito con Licenza B alcuni giocatori che non stavano trovando spazio. Adesso è arrivato il nuovo straniero e stiamo ancora lavorando sulla situazione legata a Formenton. Il rapporto con Paolo Duca? Negli ultimi otto anni sono stato il suo assistente e in tutto questo tempo siamo anche diventati amici. Con lui e con Cereda mi sono sempre trovato molto bene e da quando non lavoriamo più insieme qualche volta ci siamo sentiti. Anche se erano telefonate lampo, a causa del mio telefono bollente, sono felice di aver mantenuto un ottimo rapporto».




