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NATIONAL LEAGUEBig spremuti, Hartikainen un po’ sovrappeso… il Ginevra rischia grosso

23.03.23 - 11:00
Mike McNamara: «Ginevra assurdo in regular season», poi è arrivato il Lugano
keystone-sda.ch (Pablo Gianinazzi)
Big spremuti, Hartikainen un po’ sovrappeso… il Ginevra rischia grosso
Mike McNamara: «Ginevra assurdo in regular season», poi è arrivato il Lugano
«Lugano, è impossibile essere ambiziosi se il powerplay non funziona».
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LUGANO - Prima contro decima, il pronostico è facile? Il Lugano sta dimostrando il contrario. Sta dimostrando, come se ce ne fosse ancora bisogno, che regular season e post season sono due mondi diversi. Sono quasi due sport diversi.

«Due sport diversi forse no - ci ha corretti Mike McNamara - ma è vero che l’hockey che si vede fino a inizio marzo è estremamente diverso da quello dei playoff». 

Così si spiega l’improvvisa competitività trovata dai bianconeri e persa dalle Aquile?
«Vi rispondo con dei dati: durante la regular season il Ginevra ha concretizzato circa il 12% delle occasioni create. E come i granata ha fatto il Bienne. È una percentuale assurda, la media è normalmente dell’8-9%. Qual è la ragione? Nelle cinquantadue partite di stagione l’intensità sul ghiaccio è molto minore rispetto a quella che c’è poi nelle serie a eliminazione. In quelle l’attenzione di tutti a livello difensivo cresce a dismisura, e così gli attacchi fanno più fatica. Passare dal 12% all’8% significa perdere tanto, un gol a match forse. E siccome, come stiamo vedendo, molti incontri si chiudono con una sola rete di scarto o vanno addirittura all’overtime, potete capire quale sia il peso».

Il Lugano difende forte.
«Koskinen, che a lungo è stato criticato, sta facendo la differenza. Ma sono le seconde possibilità, non date ai granata, che davvero hanno messo in equilibrio la serie. Nei bianconeri ho fin qui visto quell’attenzione e quello spirito di sacrificio indispensabili per limitare le occasioni rivali. O per sporcarle». 

Le Aquile hanno però “prodotto” di più.
«Vero. Ma i dati andrebbero anche letti e interpretati. Mi spiego. Un’occasione capitata a Tömmernes, magari in due contro uno, o a Guerra, se coperto, non sono la stessa cosa. Eppure a livello statistico hanno lo stesso valore. Il Ginevra ha attaccato di più, ha giocato un hockey più offensivo, ma poi si dovrebbe vedere quanto “puliti” sono stati i tiri che ha scagliato contro la porta bianconera. Per contro, il Lugano ha pensato prima di tutto a essere efficace nella fase difensiva, per poi ripartire. Ecco, quei ribaltamenti hanno creato spesso occasioni nitide».

La chiave della sfida è tutta lì: quanto riusciranno a essere compatti i bianconeri contro una rivale spinta da un grande attacco?
«Con un grande attacco ma che mi pare stia man mano perdendo lucidità. Cadieux sta spremendo i suoi big, usa poco la quarta linea, ma i numeri che sta ottenendo, anche per merito del Lugano, non sono fin qui stati eccezionali. Il risultato è che, oltre ad avere giocatori spremuti anche perché non al meglio - Hartikainen è per esempio un po’ sovrappeso - con il passare dei minuti le azioni offensive si fanno sempre meno ficcanti. Si è visto bene nella parte finale di gara-4. Ci sono stati tiri presi senza troppa convinzione, altri che sono passati ampiamente a lato dalla porta di un Koskinen comunque attento…».

Koskinen sta parando tutto il parabile.
«Le sue prestazioni sono uno dei segreti del successo di questo Lugano. E il dubbio legato ai portieri, l’alternanza Mayer-Descloux, è uno dei punti deboli del Ginevra. Se alla vigilia di questi playoff avessi dovuto indicare un limite dei granata, avrei puntato proprio su questo. D’altronde, si sa, gli estremi difensori hanno un peso specifico grandissimo in post season. Per questo, guardando ai favoriti, avrei indicato il Bienne, che ha l’ottimo Säteri, lo Zurigo, protetto da Hrubec, e lo Zugo, nel quale Genoni è tornato a fare il Genoni dopo un campionato deludente».

Nel finale è comunque cresciuto.
«Ecco, il finale di regular season è un’altra delle spiegazioni di quanto sta succedendo sul ghiaccio. Già da gennaio il Ginevra era sicuro di chiudere tra le prime sei. L’aritmetica, certo, non dava certezze, ma a quel punto era chiaro che avrebbe centrato quello che era l’obiettivo della sua stagione. Era lassù in classifica, ha giocato senza pressione… Costretto a lottare a lungo per ogni singolo punto, negli ultimi mesi il Lugano si è invece sempre mosso in modalità playoff. È cresciuto con il tempo, ha trovato gli automatismi. Nel momento in cui sono cominciate le serie a eliminazione non ha dunque dovuto cambiare nulla del suo gioco. Le certezze erano già acquisite. Il coinvolgimento di tutti era già palese».

Gianinazzi, è vero, ha responsabilizzato ogni giocatore della sua rosa.
«E questo è un altro dei motivi della competitività del Lugano. Il coinvolgimento di tutti è fondamentale perché l’atteggiamento sia quello giusto».

La gestione del gruppo, il coach del Lugano l’avrà imparata da qualcuno. Magari da chi lo guidava al tempo degli Elit.
«Sul ghiaccio, quando era un mio giocatore, “Giana” era bravo ma non bravissimo. Era uno di quelli che magari non si muovevano nelle prime linee e che si impegnavano nel boxplay invece che nel powerplay. Per la sua carriera da allenatore questo è stato importante. Ha dovuto lavorare sodo, badare alle piccole cose, dare importanza al gruppo, per ritagliarsi degli spazi. Fosse stato una superstar e gli fosse venuto tutto facile, non si sarebbe accorto dei particolari e ora, forse, non sarebbe un buon coach. Normalmente le superstar in panchina non sono granché».

Altre due parole chiave: boxplay e gruppo. Entrambe fondamentali per Gianinazzi.
«Il Lugano sta, statisticamente, giocando benissimo in boxplay. Benissimo. Però non basta. Lui dice che quella situazione speciale non ti fa perdere, mentre il powerplay ti può far vincere. Ha ragione. Ma io aggiungo anche che se questo Lugano non migliorerà nel powerplay non farà molta strada. Forse eliminerà il Ginevra; se non troverà il modo di essere efficace in superiorità numerica si fermerà però poi presto. È impossibile essere ambiziosi se il powerplay non funziona. Per quanto riguarda il gruppo…I granata hanno tanta qualità, più dei bianconeri, questo è indubbio. È quindi solo giocando d’insieme, come stanno facendo, che a Lugano possono sperare di andare in semifinale».

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COMMENTI
 

Evry 12 mesi fa su tio
Questa sera avanti tutto con l'impegno, la costranza, tenacia, precisione e senza falli da parte di tutti. Forza Lugano

Evry 12 mesi fa su tio
Il CVoach Green-Horn non è ancora arrivato ad impostare le tattiche valide per il PowerPlay, anzi ....... Il Fazz, tante srtarnazzate sul CdT, ma per favore... arriva in tutto troppo tardi, non ha condizioni per seguire l'avversario più lento, sbaglia quasi tutti i passaggi e non trattiene il disco e poi tant'altro. Se ha segnato un Gol va bene ma c'è stata anchre una porzione di fortuna, bene cosi ma giò dò dida !! Forza Lugano

Ascpis 12 mesi fa su tio
Risposta a Evry
Detto da un grande intenditore come te… che confondi i linesman con Eismann… una ditta di surgelati è presto detto chi non capisce una cippa…

Ascpis 12 mesi fa su tio
Giana sei l'espressione della professionalità!!! nonostante tu sia giovane il gruppo ti rispetta ed è proprio vero che la personalità sovrasta l'età!!! Mike un grande e sempre lo sarà

Bric&Brac 12 mesi fa su tio
Quando l'opinione del "casco d'oro" Antoine Rogger compagno di McNamara?

sergejville 12 mesi fa su tio
Mike, giocatore bianconero (con Slettvoll), assintant coach, coach e persona simpatica e molto competente. Un ultra settantenne (74?) che dice sempre la sua in modo intelligente e oggettivo.

blitz65 12 mesi fa su tio
da tifoso dell'Ambrí ti stimo
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