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LUGANOLo shock iniziale, poi libri, telecamere e consulenze: Behrami ha cambiato vita

24.05.24 - 09:02
«Denaro e tasse: da calciatore non sapevo nulla»
Freshfocus
Fonte RED
Lo shock iniziale, poi libri, telecamere e consulenze: Behrami ha cambiato vita
«Denaro e tasse: da calciatore non sapevo nulla»
«Granit Xhaka è un leader, in Nazionale gli altri però si nascondono. Per gli Europei la Svizzera deve essere ambiziosa».
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LUGANO - Due anni fa Valon Behrami ha annunciato il ritiro dal calcio. Da allora la sua vita è ovviamente cambiata. In che modo?

«Non ero pronto per il dopo-calcio - ha spiegato il 39enne - è stato uno shock. Soprattutto all’inizio è stato molto difficile. Da quando avevo 16 anni, ogni mio giorno era infatti pianificato. Diciamo che ho maturato molte esperienze come calciatore, ma troppo poche come persona».

Cosa è stato più difficile?
«Inizialmente, per esempio, mi chiedevo semplicemente a che ora mi sarei dovuto alzare. Stare a letto fino alle 11? Fare colazione alle 9? Come mi sarei dovuto comportare? (ride)».

Quanto è stato difficile ripartire, lavorativamente parlando, dopo aver giocato per tanto tempo?
«Ho ricevuto subito un’offerta per fare l’opinionista televisivo, ho anche valutato l’opzione di cominciare immediatamente il percorso per prendere il patentino da allenatore, ma per prima cosa ho voluto tornare sui banchi di scuola».

Perché?
«Non aver completato gli studi per essere diventato presto un professionista è stata una grande delusione data ai miei genitori. Per la mia famiglia ho quindi deciso di prendere il diploma, e sono molto orgoglioso di avercela fatta».

Un’ex star del calcio di nuovo in classe, com’è stato?
«Davvero molto difficile e faticoso. Ho dovuto studiare per gli esami e in matematica ero un disastro (ride). Ho potuto seguire molte materie online, ma avevo anche lezioni in presenza a Roma, con studenti di neanche 18 anni. Potevo sentirli sussurrare: “È Behrami? È possibile?”».

Poi hai preso anche la licenza da allenatore.
«Esatto, ma ho capito subito che non era quello che volevo fare. Non volevo vivere la stessa vita di quando ero calciatore. Volevo fare e imparare qualcosa di nuovo».

Così hai cominciato a fare l’esperto televisivo per DAZN.
«Durante la mia carriera non capivo la “mentalità” dei giornalisti, pensavo sempre che volessero crearmi dei problemi. Ho invece pian piano scoperto anche questa parte del business del calcio: imparo e mi piace molto».

Come ci si sente a stare dall’altra parte? Ci sono le parole “standard” dei giocatori…
«Sì, danno tutti le stesse risposte. E questo è un problema. Credo che si debba lavorare sulla relazione tra media e calciatori. Di me dicono che critico molto, ma non ho nulla di personale contro alcuno. Analizzo semplicemente i dati e li valuto secondo la mia esperienza professionale. Sono convinto di quello che dico».

Da giocatore, leggevi o guardavi quello che si diceva su di te?
«Molti in questo ambiente sono davvero troppo sensibili e anche io ho avuto questa debolezza. Credetemi, fa male ogni volta che qualcuno dice che non stai facendo bene il tuo lavoro. Io seguivo tutto e la prendevo sul personale. A 27 anni però ho deciso di non ascoltare più nulla. E mi sono immediatamente sentito meglio. Ho imparato che, così facendo, potevo controllare tutto. Se non puoi gestire qualcosa che ti pesa… allora è meglio non seguirla».

Sarai l’esperto degli Europei per il 20 Minuti. Come si è evoluta la Nazionale dopo che l’hai lasciata?
«Adesso ci sono più qualità, più esperienza e più giocatori importanti nei rispettivi club. In Nazionale, secondo me, servono però maggiore leadership e coraggio nel puntare a traguardi importanti».

Ovvero?
«Con Granit Xhaka abbiamo un giocatore che vuole essere ed è un leader. Tutti gli altri però si nascondono dietro di lui, mentre molti potrebbero sostenerlo, visto che sanno come si arriva al successo. A volte mi sembra che la paura di fallire sia più grande della volontà di riuscire. Questa squadra ha bisogno di porsi un grande obiettivo e della mentalità giusta per arrivare a raggiungerlo».

Quale pensi che possa essere questo obiettivo?
«Il prossimo passo è arrivare alla semifinale degli Europei. Naturalmente un traguardo tanto ambizioso porta con sé un grosso rischio di rimanere delusi, ma fa parte dello sport. E se alla fine arriveranno “solo” i quarti di finale, comunque l’intero paese ne sarà orgoglioso. Ma non dobbiamo nasconderci».

Sei stato un professionista per oltre 20 anni. Hai giocato in Nazionale come in Serie A, Premier League e Bundesliga. Come è cambiato nel tempo il calcio?
«Oggi i calciatori sono solo dei robot con un numero sulla schiena. Un giocatore deve semplicemente funzionare, fare quello che tutti si aspettano da lui. Se qualcuno non sta bene o ha problemi, nessuno lo aiuterà. Prima c’era maggiore sensibilità».

In che modo la minor sensibilità generale influisce sui calciatori?
«I ragazzi diventano davvero, in un certo senso, dei robot. Nei miei ultimi due anni da professionista, nello spogliatoio riuscivo a malapena a parlare con i miei compagni. Erano tutti presi dai telefonini, concentrati sui social media o sulla loro piccola impresa individuale. Prima vinceva la squadra e la festa era di tutti. Adesso “lavorare insieme” è diventata per molti un’affermazione incomprensibile».

Recentemente hai deciso di lavorare come consulente di giocatori.
«Voglio davvero investire del tempo sui ragazzi. Voglio accompagnarli nella loro carriera. Il calcio sembra semplice, ma non lo è. Tanti fattori possono influenzare la prestazione».

Che consiglio daresti al giovane Valon Behrami?
«Un aspetto di cui si parla troppo poco è quello economico. Il denaro. Nessuno ti spiega, da giovane adulto, come gestirlo e come pianificare il post-carriera. Fino a quando non ho appeso le scarpe al chiodo, non sapevo per esempio nulla riguardo a finanze o tasse».

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COMMENTI
 

Zeno 3 sett fa su tio
Non solo i genitori..... ma purtroppo la RSI lo chiamano come "esperto di calcio"... poveri noi. Spero vivamente che il canone venga nettamente abbassato!

Braun30 3 sett fa su tio
Bella intervista. Anni fa lavoravo per una ditta che offriva gestione di guadagni e pianificazione post carriera. Purtroppo pochi hanno apprezzato.

pegis 3 sett fa su tio
No comment. La Signora Behrami c'è.

Pagno 3 sett fa su tio
Per me ha detto tutto giusto. Dopo ci sono quelli che non capiscono neanche se gli fai il disegnino.

blitz65 3 sett fa su tio
Dovresti fare un corso di come parlare

Mabilo 3 sett fa su tio
Risposta a blitz65
E anche uno di modestia.

Zeno 3 sett fa su tio
Risposta a Mabilo
Cafon è e rimarrà come LaRagusa ?
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