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SENZA TRUCCO SENZA ING…ARNO«Il Bellinzona non può permettersi una pausa»

13.03.24 - 09:30
«La famiglia Bentancur ha preso l’ACB in Promotion League e l’ha portato in Challenge League. Il tifoso dovrebbe solo ringraziare»
TI-Press
«Il Bellinzona non può permettersi una pausa»
«La famiglia Bentancur ha preso l’ACB in Promotion League e l’ha portato in Challenge League. Il tifoso dovrebbe solo ringraziare»
«Conoscendo la piazza, se i granata tornassero competitivi potrebbero comodamente fare 3’000-4’000 tifosi a domenica».
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BELLINZONA - Un piazzamento nei primi due posti della classifica, quelli con vista sulla Super League, non è mai stato nemmeno lontanamente alla portata. E dopo l’accelerazione invernale neppure l’ultima piazza, quella che lo costringerebbe alla discesa in Promotion League, è un argomento d’attualità. Così, con una stagione che sportivamente può dire poco o nulla, più che al campo il Bellinzona sta guardando a quel che accade in sede: al possibile passaggio della maggioranza delle quote dalla famiglia Bentancur alla FC 32.

«È un momento di confusione - ha spiegato Arno Rossini - E la confusione non fa mai bene». 

Potrebbe essere, appunto, solo un momento.
«Ma una società non può permettersi di prendersi una pausa quando, come l’ACB, ha tanti tifosi appassionati».

Tanti… il Comunale ultimamente non è proprio pienissimo.
«Proprio di questo parlo. Le emozioni, quelle trasmesse a una piazza che spesso si lamenta ma che è davvero calda, non dovrebbero mai mancare. Per questo in granata dovrebbero onorare al meglio anche una stagione, come questa, non certo esaltante». 

Come fare?
«Partiamo dal campo. Molti giocatori sanno che potrebbero non essere confermati. Il campionato ha ormai poco da dire? Pazienza: dando il massimo, qualcuno di quelli ora in rosa potrebbe guadagnare il rinnovo o, almeno, mettersi in mostra. Spingere a tutta anche se le partite non sono “motivanti” avrebbe dunque senso. E di riflesso farebbe alzare il livello delle prestazioni della squadra. Non è accettabile che continui a non giocare bene e a non fare punti».

Dopo il campo?
«La proprietà. La famiglia Bentancur ha preso la società in Promotion League e l’ha portata in Challenge League, una serie che gli imprenditori locali non potevano o volevano garantire. Il tifoso dovrebbe dunque solo ringraziare. Visto che è da tempo che si parla di passaggio di mano, a questo punto dovrebbe però assicurarsi di trovare un partner solido e serio».

La FC 32 sembra avere buone intenzioni.
«Per ora si tratta solo di parole, anche di buoni propositi. Vediamo però cosa succederà. È in ogni caso importante che i nuovi, se e quando arriveranno, si muovano con ordine e decisione. Il potenziale è grande».

Muoversi con ordine e decisione?
«Per prima cosa dovranno strutturare la società dandole il più possibile un’identità ticinese. Così facendo i tifosi potrebbero riconoscersi in essa. Prima che del territorio, i nuovi dirigenti dovranno in ogni caso essere competenti. In seconda battuta dovranno essere affrontati e risolti i problemi che nel tempo hanno frenato il club. Quello riguardante le strutture, per esempio».

Un Bellinzona capace di “salire di livello” è immaginabile?
«Se non saranno fatti errori, un club come quello granata può diventare da Super League - per restarci, non per fare su e giù - in due-tre anni. Ma non ci sono certezze: l’Aarau, che ci prova da tempo, non ci è per esempio ancora riuscito. L’unica sicurezza è che, conoscendo la piazza, se i granata tornassero competitivi potrebbero comodamente fare 3’000-4’000 tifosi a domenica. E questo in Challenge League. Potete quindi immaginare cosa vorrebbe dire, una volta sistemata la questione-stadio, competere con le migliori del calcio svizzero o che tipo di interesse potrebbero generare i derby con il Lugano. Ma è bene non fare voli pindarici. Un passo alla volta…».

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