Presa di posizione di diversi artigiani e rappresentanti di piccole e medie imprese ticinesi
In questi giorni abbiamo dovuto prendere atto, con rammarico e delusione, dell’uscita di alcuni docenti secondo cui l'obbligo di notificare all'Ispettorato del lavoro ogni contratto di lavoro dovrebbe permettere di realizzare delle analisi sul mercato del lavoro e ottenere dati da mettere a disposizione di tutte le parti in causa e di chi il mercato del lavoro lo studia.
I sottoscritti firmatari ritengono che la fase degli studi, degli approfondimenti puramente teorici e delle statistiche generalizzate, fatte sulle spalle degli artigiani e delle PMI, e finanziate mettendo ancora una volta le mani nelle tasche delle cittadine e dei cittadini di questo Cantone, sia terminata. E’ ora invece di passare all’azione. La teoria è certamente necessaria, ma la pratica è ben altra cosa. Il sostegno all’iniziativa di alcuni Professori mostra fin da subito come le conoscenze di ciò che realmente accade sul campo siano assai limitate.
Tali personalità dimenticano che l’obbligo di trasmettere tutti i contratti di lavoro genererebbe un onere improponibile per le aziende, soprattutto di quelle di piccole e medie dimensioni, portando a un incremento dei costi, della burocrazia e a un indebolimento delle condizioni quadro, fattori di primaria importanza per salvaguardare i posti di lavoro. Senza dimenticare che ciò comporterà un ulteriore svantaggio delle PMI e degli artigiani ticinesi rispetto alle aziende estere e ai padroncini che non saranno assoggettate a questa misura. L’allestimento di una statistica di tutti i contratti di lavoro rappresenta inoltre un intervento sproporzionato e dal costo esorbitante generato dalla creazione di un apparato burocratico enorme, inefficace ed inefficiente come richiesto dall’iniziativa. Invece di uno Stato di polizia riteniamo necessario proseguire sulla strada di quanto già si sta facendo, potenziando e rafforzando gli attuali attori preposti alla sorveglianza del mercato del lavoro e rilanciando il partenariato sociale, senza creare ulteriore, assurda, burocrazia o dati inutili – buoni unicamente per gli amanti delle statistiche e della teoria fine a se stessa. Per tutti questi motivi, il Controprogetto ci pare andare nella giusta direzione, permettendo di agire direttamente e velocemente laddove si necessitano potenziamenti, favorendo non solo il numero dei controlli ma anche la loro qualità e rapidità, senza creare doppioni e montagne di carta che costano due volte al Cantone: in primis, alle imprese ticinesi che dovranno assolvere questo nuovo compito imposto dallo Stato e, secondariamente, al contribuente ticinese che dovrà pagare la fattura del costo
dell’iniziativa di circa 10 milioni di franchi.
Ritenendo necessario passare dall’arida teoria all’azione, invitiamo tutti a votare un secco NO all’iniziativa “Basta dumping” e un convinto SI al Controprogetto.
In caso di doppio NO, o di doppio SI, raccomandiamo, alla domanda eventuale, di prediligere senza esitazioni il Controprogetto!
I firmatari:
Mattia Anselmini, Mattia Anselmini idraulico Sagl
Valentino Benicchio
Omar Bernasconi, OB SA
Compul SA
Gabriele De Lorenzi, Studio progettazioni elettriche De Lorenzi SA
Andrea Gehri, Gehri Rivestimenti SA
Geoedil SA
Impresa Cocquio SA
Ing. Stefano Jorio, AFOR Valli di Lugano
Stefano Malingamba, Autolinee Bleniesi SA
Ing. Matteo Muttoni, Matteo Muttoni Costruzioni SA
Merlini & Ferrari SA
Simone Papa, Flowersfin SA
Massimo Pasci, Comul SA
Erik Pinchetti, Rigassi&Pinchetti SA
Ing. Patrizio Rosselli, CEF Faido
Rutari Costruzioni SA
Pino Vescovi, Vescovi SA
Elio Vetti, Vetti SA
Paolo Vismara, Camillo Vismara SA