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Draghi contro Anelli, alla fine chi la spunta?

STREAMINGDraghi contro Anelli, alla fine chi la spunta?

26.10.22 - 06:30
Più o meno un miliardo di budget per le due serie fantasy dell'autunno, capiamo se ne è davvero valsa la pena
Amazon Studios-Imago/ZumaWire
Morfidd Clark nei panni di Galadriel (a sinistra), e Milly Alcock in quelli di una giovane Rhaenyra Targaryen.
Morfidd Clark nei panni di Galadriel (a sinistra), e Milly Alcock in quelli di una giovane Rhaenyra Targaryen.
Draghi contro Anelli, alla fine chi la spunta?
Più o meno un miliardo di budget per le due serie fantasy dell'autunno, capiamo se ne è davvero valsa la pena

LUGANO - Un autunno fantasy fra colossi dello streaming, quello che ha visto confrontarsi in un vero e proprio “derby di spade” la rete via cavo americana HBO e Amazon Prime Video di Jeff Bezos.

Puntata dopo puntata, lungo gli ultimi due mesi, su media e social hanno tenuto banco chiacchiere, polemiche e meme legati a due prequel di extra lusso, ovvero “House of the Dragon” (in onda sulla RTS e su Sky) e “Gli Anelli del Potere” (Amazon Prime).

Due serie dalla chiara ambizione di "conquistare" l'annata del piccolo schermo, senza risparmiarsi in budget. Le due combinate, infatti, arrivano poco al di sotto del miliardo con “Gli Anelli del Potere” a quota circa 500 milioni (esclusi l'acquisto dei diritti e il battage pubblicitario), mentre la rivale a "solo" circa 200 milioni di dollari. Insomma, un investimento non da poco, anche considerando il periodo di relativa “stanca” di Netflix che da un po' si è accasciata sugli allori.

Ma ne è valsa la pena? E, alla fine, chi la spunta? Abbiamo provato a deciderlo in una sfida per categorie.

Mondo

Entrambe le serie si basano su mondi fantasy particolarmente apprezzati e noti, quello de “Il Trono di Spade” di George R. Martin e il leggendario “Signore degli Anelli” di Tolkien. Entrambe portano lo spettatore nelle rispettive lande fantastiche una notevole quantità di anni prima (gli “Anelli” addirittura 3'000 o giù di lì). Da una parte, quindi, c'è la necessità di ridisegnare e reinventare questi mondi senza perdere, nel frattempo, la familiarità. Dall'altra c'è quella di creare tutti i necessari collegamenti con il presente che tutti conoscono per tenere alto l'interesse e l'attenzione.

In questo senso il lavoro è assolutamente lodevole su entrambi i fronti, con forse un po' meno lavoro per quanto riguarda Westeros che appare abbastanza simile a quella che conosciamo già con però alcuni scorci inediti (e assai belli). In questa categoria però il prodotto di Prime Video fa davvero vedere i muscoli (potenza del budget), assemblando una Terra di Mezzo forse anche più bella di quella dei film fra distese verdeggianti, boschi elfici e miniere naniche. Insomma, se non si era capito, qui il vincitore è “Gli Anelli del Potere”.

Personaggi

Dopo il setting, una parte fondamentale di una storia sono anche i personaggi (e gli attori che li interpretano). Se “House of the Dragon” parte praticamente da zero con una serie di nomi sconosciuti a i più, gli “Anelli” mette in campo sin da subito volti relativamente noti (Galadriel, Elrond) così come nomi già sentiti (Durin, Isildur) e se la gioca sull'effetto attesa/sorpresa nel riconoscerne altri con un costante effetto: «È Gandalf!», «È Sauron!» - assolutamente da meme - durante la visione.

Malgrado il punto di partenza apparentemente avvantaggiato, alla fine la serie di Amazon finisce per essere surclassata dalla rivale. Il motivo riguarda soprattutto gli attori. “House of the Dragon” è letteralmente trascinata dai suoi protagonisti a partire da Re Viserys (un maiuscolo Paddy Considine), passando per il fratello sociopatico Daemon (Matt Smith), la regina promessa Rhaenyra (Milly Alcock ed Emma D'Arcy), così come la regina consorte Alicent (Olivia Cooke). Prestazioni maiuscole che dissipano quelle da “compitino” della concorrenza, incoronando (sic) “House of the Dragon” in questa categoria.

Effetti visivi

Inutile quasi scriverlo ma in un prodotto fantasy come questo la componente degli effetti speciali è assolutamente fondamentale. Se “House of the Dragon” offre effettivamente un sacco di draghi (e pure molto belli), “Gli Anelli del Potere” gode della straforza di un budget colossale su cui è praticamente costruito il tutto. Ogni singola scena è stata "ripassata" al computer in maniera sostanziale. Qui proprio non c'è gara e il goal lo segna “Gli Anelli del Potere”, non a porta vuota ma poco ci manca.

Storia

Ultima categoria, ma centrale, riguarda trama e intreccio. Entrambe le concorrenti se la giocano in modo diverso. Da una parte gli “Anelli del Potere” segue come impostazione “Il Trono di Spade”, sparpagliando diverse piste narrative per tutta la Terra di Mezzo, in una soluzione frammentaria ma che ha già dimostrato di poter funzionare. Per assurdo, invece, “House of the Dragon” se la gioca in maniera assolutamente tradizionale, seguendo le vicissitudini della famiglia reale dei Targaryen secondo un approccio quasi da telenovela e fortemente lineare. Insomma, una sorta di “Dinasty” con draghi e spade, dal forte gusto shakespeariano.

Qual è l'approccio migliore? Diciamo che il prodotto di Amazon risente un po' della mancanza di ritmo e coesione, puntando più sull'affresco che sulle singole vicende. Per quanto riguarda quello di HBO, invece, un'impostazione di questo tipo permette di non perdersi (anche considerando i diversi salti temporali lungo le 10 puntate) e dà ulteriore risalto al cast di qualità. Insomma, tra i due approcci ci ha convinto un filo di più quello di “House of the Dragon”.

È quindi un pari?

In realtà sì, anche considerando un'ultima categoria extra che potrebbe essere quella dell'Attesa. Ovvero: «Terminata la stagione, quanta voglia ho di vedere la prossima?». La voglia di tornare a Westeros così come nella Terra di Mezzo è pressoché la stessa. E voi, cosa ne pensate? Dite la vostra nei commenti qui sotto.

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