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CANTONEIl racconto di una generazione rimasta al palo e l'amore/odio verso Lugano

25.10.22 - 06:30
In "Millennial" la rabbia di Frank Atene diventa carburante per la sua musica
FRANK ATENE
Frank Atene e la copertina di "Millennial".
Frank Atene e la copertina di "Millennial".
Il racconto di una generazione rimasta al palo e l'amore/odio verso Lugano
In "Millennial" la rabbia di Frank Atene diventa carburante per la sua musica

LUGANO - Una critica feroce dei "Millennial", o meglio, dei "late Millennial", e una visione di Lugano in cui parecchi si riconosceranno: sono questi gli argomenti delle due canzoni - molto divertenti, tra l'altro - contenute in "Millennial", l'Ep sfornato dal musicista ticinese Frank Atene negli scorsi giorni.

È la prima volta che i lettori di Tio/20minuti vedono il tuo nome: ti vuoi presentare?
«Il progetto Frank Atene nasce come sfogo punk, che si sta evolvendo in qualcosa di più personale che abbraccia vari generi - pur conservando la matrice originale».

Ti potremmo quasi definire un "cantautore punk"...
«Non so se il pubblico mi giudica un cantautore, anche se la definizione non mi dispiace (ride, ndr)».

Cosa ti proponi, con questi due brani?
«Cerco di partire dal particolare per arrivare all'universale: parlo di ciò che vedo e che mi sta intorno - non in maniera positiva, spesso e volentieri. Non discetto sui massimi sistemi, ma se qualcuno si riconosce in quello che canto... tanto meglio».

Le tue canzoni sono degli sfoghi, quindi...
«Sui social vedo sempre post e commenti inc...ti, ed è naturale che anche a te viene voglia di farli. Così mi sono detto: "Perché non metterli in musica?" Di un post non rimane niente, una canzone può anche piacere...».

«Che millennial di m...a che siamo, vivo il presente come un tempo lontano». Ma ti tiri in ballo anche tu, se non sbaglio...
«Assolutamente sì. Non sono un sociologo, ma mi sembra che noi che siamo nati nella prima metà degli anni '90 siamo un po' sperduti, spaesati. Si trovano in mezzo tra la generazione precedente, che ha fatto cose importanti, e quella successiva che sembra che sia sul punto di sfondare e, agli occhi di tutti, è il futuro. Noi, invece, siamo rimasti un po' al palo: non siamo vecchi ma, ormai, i "giovani" sono altri».

«Un sentimento d'invidia che nulla ci piglia con 'sta gioventù» mi sembra un verso particolarmente significativo.
«Il sentimento d'invidia per qualcuno che ci ha superato e, a causa di un modo di pensare e riferimenti diversi dai nostri, non ci rappresenta. Volevo raccontare questo senso d'inadeguatezza».

Lugano, in "Pezzo dei Cure", viene descritta come una «città senza identità, senza più niente né gente della mia età»...
«Mi sembra che sia sotto gli occhi di tutti che sia una città "per vecchi" e che molti, una volta finite le scuole superiori, vadano altrove non solo per studiare, ma anche per divertirsi. Lugano non mi sembra quella grande città che tutti osannano: piuttosto un luogo di vacanza per pensionati. Mostra il mio sentimento di amore/odio verso Lugano».

Come s'inseriscono questi due brani nella tua produzione musicale?
«Ho voluto essere un po' più "pulito", ho tentato sonorità maggiormente pop - solo per vedere se sarei stato in grado di farlo. Se, come penso, ci sono riuscito è anche merito del caro amico nikunaltro che ha prodotto i pezzi e che, al contrario di me, non arriva dal punk».

Cosa c'è nel tuo futuro?
«Sto lavorando ad alcune cose, ma non ci sono progetti ben definiti. Penso che possa nascere un altro Ep, ma senza fretta».

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