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Il “sushi in pedalò” di Shindo è pronto a conquistare l'estate

L'elettro-duo luganese a caccia di hit con la collaborazione di Joyss e dell'artista visuale Bruno Machado
Il “sushi in pedalò” di Shindo è pronto a conquistare l'estate
Shindo
Il “sushi in pedalò” di Shindo è pronto a conquistare l'estate
L'elettro-duo luganese a caccia di hit con la collaborazione di Joyss e dell'artista visuale Bruno Machado
LUGANO - Può un duo elettronico di musica sperimentale trasformarsi... in uno sforna-tormentoni dal cipiglio virale? Sì, se temporaneamente si “converte” in quartetto, aggiungendo alla formazione una cantautrice nostrana (Jo...

LUGANO - Può un duo elettronico di musica sperimentale trasformarsi... in uno sforna-tormentoni dal cipiglio virale? Sì, se temporaneamente si “converte” in quartetto, aggiungendo alla formazione una cantautrice nostrana (Joyss) e un video artist (Bruno Machado).

Stiamo parlando degli Shindo (Flavio Calaon e Andy Frigerio) che escono proprio in questi giorni con il loro singolo nuovo, con tanto di videoclip: “Sushi Pedalo”: «Siamo e restiamo un duo», spiegano, «ma per questo nuovo percorso, che culminerà in un Ep, abbiamo deciso di sperimentare, collaborando con altri artisti ticinesi».

Ed è proprio il caso di Sofia Steffen, in arte Joyss, che è il vero e proprio fulcro di questa canzone: «Per me è stato impegnativo e decisamente fuori dalla mia comfort zone ma sono entusiasta del risultato», ci racconta, «l'idea era quella di coniugare nel testo diverse cose tipiche ticinesi, come il Pedalò, e altre che lo stanno diventando, come il sushi.

È la prima volta che lavoro in questo modo, non seguendo una mia necessità emotiva impellente». E il potenziale-tormentone c'è, eccome, a partire dalla strofa (molto condivisibile) «mangio sushi oltre frontiera e un po' mi sento in colpa»: «È legata alle polemiche nate durante il lockdown», conferma Joyss, «un sacco di dibattiti superflui, per questo ho voluto scherzarci un po' sopra».

Dulcis in fundo il video: «Vuole essere uno sprazzo di magia e leggerezza», spiega Machado, «anche qui il fulcro sono le tradizioni ticinesi. Esaltate, snobbate e a volte derise. Ma sono sempre lì».

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