Con le squillo adolescenti di “Baby” anche l'Italia ha la sua hit su Netflix

La terza stagione delle avventure di Emma e Desirée, da poco disponibile, è un fenomeno non solo italofono
ROMA - È davvero un fenomeno internazionale che travalica i confini italiani la serie "Baby" di Netflix ispirata allo scandalo delle squillo minorenni della Roma bene di qualche anno fa.
Ideate e scritte dal collettivo grams* , le doppie vite di Chiara/Emma (Benedetta Porcaroli) e Ludovica/Desirée (Alice Pagani) così come le travagliate storie dei loro compagni di classe del Liceo Carlo Collodi, hanno conquistato soprattutto i giovani e non solo in Italia.
Se con l'altra grande scommessa romana di Netflix, “Suburra” la cosa era funzionata solo a metà con "Baby" invece si può dire che sia andata a buon fine: parlano chiaro le classifiche (è prima anche in Svizzera) ma anche l'interesse sui media internazionali.
A convincere sicuramente il tema forte della prostituzione minorile nell'alta società romana, ma anche quello del disagio giovanile in un presente sempre più pesante e difficile da gestire. Ciliegina sulla torta i visi puliti delle protagoniste e la colonna sonora decisamente azzeccata.




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