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MEZZOVICOProtesi umane su misura: ora la startup ti fa le ossa

27.11.13 - 08:34
La Ibi di Mezzovico ha lanciato la prima protesi che si trasforma in... te.
Foto IBI
Protesi umane su misura: ora la startup ti fa le ossa
La Ibi di Mezzovico ha lanciato la prima protesi che si trasforma in... te.

MEZZOVICO - Ossa bovine che si trasformano, su richiesta, in umane. È l'idea alla base di un brevetto ticinese che sta rivoluzionando il mondo della chirurgia orale e maxillo facciale (presto anche quella oncologica, ma il progetto per ora è top-secret). Si chiamano Smart-Bones, "ossa intelligenti": piccole simil-spugne a prova di dinamite che, una volta impiantate nel corpo umano, si fanno assorbire a tal punto che non è più possibile distinguerle dall'osso originario. A produrle è una startup di Mezzovico, la Industrie biomediche insubri SA (Ibi per gli amici): «Il trucco è nel trattamento speciale a cui sottoponiamo la matrice di origine bovina, mettendo insieme polimeri e zuccheri» spiega Giuseppe Perale, professore alla Supsi e co-fondatore di Ibi assieme a Gianni Pertici, ingegnere chimico. «Fino a poco fa – ricorda Perale - tutti nel settore ripetevano che una cosa del genere era irrealizzabile. Noi non ci abbiamo creduto. E ce l'abbiamo fatta».

Una parte di merito va anche al Cantone, che ha co-finanziato il progetto, ma non solo: “In Ticino la comunità scientifico-industriale nel settore biomedico è vivacissima, frizzante, un ambiente che fornisce stimoli e le suggestioni giuste per chi vuole puntare sull'innovazione” sottolinea Perale. E il marchio made in Ticino, anzi made in Mezzovico è una garanzia: ad appena due anni dal lancio, alla Ibi arrivano richieste da ogni parte del globo. Le applicazioni degli Smart-Bones sono molteplici. Il primo a testarle, ricorda Perale, è stato «un soldato serbo che aveva perso l'osso zigomatico e il pavimento osseo dell'occhio sinistro». A Mezzovico, grazie a un software speciale, il teschio del soldato è stato ricostruito digitalmente (nella foto) e la protesi confezionata su misura, con precisione sub-millimetrica, quindi spedita al soldato... gratis. Sì, perché «la tecnica è così innovativa che i chirurghi stentano a credere sia possibile» spiega Perale. «Così per farla conoscere abbiamo deciso di regalare le prime dimostrazioni». Un'altra idea rivoluzionaria.

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