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I primi sei mesi di Trump: dazi, migranti e ora Epstein

È passato un semestre dal ritorno del tycoon alla Casa Bianca, le tappe salienti
AFP
Fonte ATS
I primi sei mesi di Trump: dazi, migranti e ora Epstein
È passato un semestre dal ritorno del tycoon alla Casa Bianca, le tappe salienti

WASHINGTON -  Il caso Jeffrey Epstein rovina la festa di Donald Trump, che celebra il 20 luglio i primi sei mesi della sua presidenza. Un semestre in cui ha cercato di mantenere le sue promesse elettorali, dai migranti al taglio del tasse, ma rovinato nelle ultime settimane dall'esplosione dello scandalo dell'ex finanziere morto in carcere che sta facendo tremare la sua fedelissima ministra della Giustizia Pam Bondi.

Da gennaio Trump ha tirato dritto su tutte le sue priorità, fra le quali la grazia ai rivoltosi del 6 gennaio. Ha lanciato anche un'aggressiva campagna contro i migranti nel tentativo di portare a termine la maggiore deportazione della storia, come promesso durante la campagna elettorale. E si è speso con forza per far approvare al Congresso il suo "big beautiful bill", il budget contenete la riduzione delle tasse e l'abolizione delle imposte su mance e straordinari.

Il presidente ha inoltre portato avanti la battaglia dei dazi, che da anni predica siano uno strumento essenziale. Nel nome dell'America First ha ridisegnato anche il ruolo dell'America nel mondo, facendo affidamento sul segretario di stato Marco Rubio.

Le ultime settimane sono però state turbolente con il caso Epstein che ha spinto il movimento Maga per la prima volta a criticarlo, e la casa Bianca costretta ad ammettere che il presidente soffre di insufficienza venosa dopo che una foto delle caviglie gonfie di Trump è divenuta virale.

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