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Grida «Palestina libera» quando passa la Meloni. Licenziata

Una guardia della Scala ha perso il posto per aver urlato a favore dei palestinesi. Voleva anche srotolare uno striscione
Depositphotos (gae8)
Fonte ATS
Grida «Palestina libera» quando passa la Meloni. Licenziata
Una guardia della Scala ha perso il posto per aver urlato a favore dei palestinesi. Voleva anche srotolare uno striscione
MILANO - È costato caro ad una maschera del Teatro alla Scala di Milano l'urlo a favore della Palestina. Infatti è stata licenziata per aver gridato «Palestina libera» prima del concerto del 4 maggio scorso, all'ingresso della presidente del Cons...

MILANO - È costato caro ad una maschera del Teatro alla Scala di Milano l'urlo a favore della Palestina. Infatti è stata licenziata per aver gridato «Palestina libera» prima del concerto del 4 maggio scorso, all'ingresso della presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel Palco reale per l'evento organizzato per la 58esima edizione dell'Annual Meeting della Asian Development Bank.

La giovane aveva anche uno striscione, ma è stata bloccata dalla Digos - presente in gran numero vista la partecipazione della premier alla serata - prima che riuscisse a srotolarlo.

Dell'urlo - che si è appena percepito in platea perché la maschera è stata fermata praticamente subito - si è avuta notizia solo oggi, perché la serata del 4 maggio scorso era un evento chiuso, senza tv o giornalisti. A darne notizia è stata la Cub della Scala, comunicando il licenziamento della ragazza: «È arrivato il verdetto ghigliottina della direzione - ha scritto il sindacato in una nota - nei confronti della giovane donna del personale di sala che dalla prima galleria ha urlato 'Palestina libera"».

«È evidente - prosegue la nota - che esprimere questa solidarietà non è un fatto isolato, infatti sono milioni i giovani nel mondo che stanno manifestando per fermare il genocidio in atto a Gaza. Evidentemente per la direzione la giovane ha detto qualcosa da punire severamente. Nel provvedimento di licenziamento, firmato dal sovrintendente Fortunato Ortombina, viene sottolineato che "ella ha tradito la fiducia disobbedendo a ordini di servizio" ma a noi vien da dire che lei ha dato retta alla sua coscienza».

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