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LITUANIA

«A Putin dico una cosa, qui nessuno ha paura di te»

Anche il presidente lituano ha commentato l'attacco subito da Leonid Volkov. Con il dito chiaramente puntato verso il Cremlino
AFP
Fonte LRT
«A Putin dico una cosa, qui nessuno ha paura di te»
Anche il presidente lituano ha commentato l'attacco subito da Leonid Volkov. Con il dito chiaramente puntato verso il Cremlino
VILNIUS / PARIGI - «È evidente» che un attacco come quello subito nelle scorse ore da Leonid Volkov, stretto collaboratore del defunto attivista russo Alexei Navalny, «è stato pianificato. E di questo non dobbiamo essere sorpresi». È il commen...

VILNIUS / PARIGI - «È evidente» che un attacco come quello subito nelle scorse ore da Leonid Volkov, stretto collaboratore del defunto attivista russo Alexei Navalny, «è stato pianificato. E di questo non dobbiamo essere sorpresi». È il commento e, come vedremo, anche una sorta di durissimo j'accuse quello pronunciato oggi, da Parigi, dal presidente lituano Gitanas Nauseda.

«Voglio essere molto chiaro sul fatto che i nostri servizi indagheranno e, spero, troveranno i colpevoli. E posso dire una sola cosa a Putin, qui nessuno ha paura di lui», ha proseguito il Nauseda, citato da LRT, l'ente di servizio pubblico del paese baltico. E anche il dipartimento di sicurezza di Stato lituano sottolinea che l'aggressione è «probabilmente» stata «organizzata e attuata dalla Russia» con il chiaro obiettivo di frenare lo svolgimento di «progetti dell'opposizione russa».

Volkov, lo ricordiamo brevemente, è stato aggredito ieri sera all'esterno della sua abitazione a Vilnius, la capitale lituana. L'ex numero uno dello staff di Navalny è stato assalito mentre si trovava all'interno dell'auto. Uno sconosciuto ha spaccato il finestrino della sua auto, gli ha spruzzato del liquido urticante negli occhi e lo ha poi colpito con numerose martellate.

Le immagini successive all'aggressione, pubblicate su Telegram da Ivan Zhadov - l'attuale direttore della Fondazione Anti-corruzione di Navalny - mostrano Volkov con il volto tumefatto e le gambe ferite e ricoperte di sangue. Ha nel frattempo fatto ritorno a casa, ma per il momento «non è ancora in grado di camminare» ha spiegato la moglie. Nell'aggressione ha rimediato anche un braccio rotto, ma nel commentare l'accaduto non ha perso un certo senso dell'umorismo: «Volevano ridurmi come una cotoletta».

Sul fatto indaga ora la polizia lituana che ha annunciato questa mattina di aver aperto un'inchiesta.

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