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Scontri sempre più intensi a Khartum, nonostante sia stata proclamata la tregua

SUDANScontri sempre più intensi a Khartum, nonostante sia stata proclamata la tregua

22.04.23 - 15:12
Esplosioni e spari sono stati segnalati in vari luoghi strategici della capitale
KEYSTONE/AP
Fonte Ats Ans
Scontri sempre più intensi a Khartum, nonostante sia stata proclamata la tregua
Esplosioni e spari sono stati segnalati in vari luoghi strategici della capitale

KHARTUM - «Nonostante l'annuncio di una tregua di tre giorni per l'Eid al-Fitr», la festa di fine Ramadan, «sabato mattina a Khartum si sono intensificati gli scontri tra l'esercito sudanese e le forze di supporto rapido», i paramilitari della Rsf. Lo scrive il sito Sudan Tribune.

Stamattina «sono state segnalate esplosioni e scontri nelle aree circostanti il Comando generale dell'esercito e il palazzo presidenziale di Khartum. Gli scontri si sono poi estesi ai quartieri di Hillat Hamad, Khojaly e Arkaweet».

Secondo quanto riferito da testimoni oculari, «sabato mattina sono continuati i bombardamenti indiscriminati di artiglieria nei quartieri di Ombada e Karari. A Ombada Mansoura, sei persone sono state uccise a causa dei bombardamenti provenienti dal Genio» militare, scrive ancora il Sudan tribune. «Inoltre sono stati avvistati aerei da guerra che sorvolavano la capitale sudanese», viene aggiunto.

«Durante la notte, le forti esplosioni che hanno scosso la capitale Khartum negli ultimi giorni si sono attenuate, ma lo scambio di fuoco è ripreso al mattino, secondo i testimoni», scrive il sito di Le Monde.

«Impegnati a un completo cessate il fuoco» - Il capo dei paramilitari sudanesi, Mohamed Hamdan Dagalo, aveva dichiarato sulla propria pagina Facebook: «Siamo impegnati a un completo cessate il fuoco durante la tregua e sottolineiamo il nostro rispetto per il diritto umanitario internazionale e per tutti i diritti civili».

La dichiarazione è contenuta in un post in cui Dagalo rivela di aver avuto oggi un colloquio telefonico con la ministra degli Affari esteri francese Catherine Colonna con la quale ha discusso «gli attuali sviluppi in Sudan, le ragioni che hanno portato al peggioramento della situazione» e come utilizzare la tregua per «l'apertura di corridoi umanitari, facilitare la circolazione dei cittadini e consentire a tutti i Paesi di evacuare» i propri cittadini portandoli «in luoghi più sicuri».

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