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ITALIA

Sciopero dei giornalisti, media a rilento

I siti web dei principali quotidiani non sono più aggiornati, mentre le principali agenzie di stampa sono ferme.
Deposit (archivio)
Fonte ats afp
Sciopero dei giornalisti, media a rilento
I siti web dei principali quotidiani non sono più aggiornati, mentre le principali agenzie di stampa sono ferme.

ROMA - Gran parte della stampa italiana è paralizzata oggi da uno sciopero dei giornalisti che chiedono la rinegoziazione del loro contratto collettivo.

I siti web dei principali quotidiani non sono più aggiornati, mentre le principali agenzie di stampa sono ferme.

Il Paese è rallentato anche da uno sciopero generale indetto dai principali sindacati contro la legge finanziaria del governo di Giorgia Meloni, che ha causato disagi nei trasporti e nelle scuole.

Questa mattina, un banner è comparso sulla pagina dei principali siti dei quotidiani indicando che, a causa dello sciopero, il sito non sarebbe stato aggiornato per 24 ore. Le agenzie hanno dal canto loro interrotto il servizio a partire dalle 06:00.

Se azioni sindacali specifiche di alcuni media sono comuni in Italia, è raro che uno sciopero sia seguito dall'intero settore.

Contratto scaduto - «Siamo in sciopero perché il nostro contratto di lavoro è scaduto 10 anni fa e, soprattutto, perché riteniamo che il giornalismo, pilastro fondamentale della vita democratica del Paese, non abbia ricevuto la necessaria attenzione da parte degli editori», ha dichiarato la Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI) in un comunicato.

«Nell'arco di 10 anni, la riduzione del numero dei giornalisti e dei loro stipendi (...) ha avuto gravi ripercussioni sul pluralismo e sul diritto all'informazione dei cittadini», ha proseguito il sindacato dei giornalisti.

Considerando che gli editori «hanno proposto un aumento irrisorio (dei salari) e hanno chiesto un'ulteriore riduzione degli stipendi per i nuovi assunti», la FNSI chiede la firma di un nuovo contratto che garantisca ai giornalisti «un aumento salariale in linea con i contratti collettivi».

Da parte sua, la Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG) ha dichiarato in una nota che durante le trattative con la FNSI si è trovato di fronte a «un sindacato che si è rifiutato di discutere la modernizzazione complessiva di un accordo obsoleto (...) o l'introduzione di regole più flessibili per incoraggiare l'assunzione di giovani lavoratori», limitandosi «a richieste puramente finanziarie».

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