Liverpool stralciata dalla lista dell'Unesco

Il porto, patrimonio dal 2004, ha subito una «perdita irreversibile» negli anni, secondo l'organizzazione
Il porto, patrimonio dal 2004, ha subito una «perdita irreversibile» negli anni, secondo l'organizzazione
LIVERPOOL - Una «perdita irreversibile» e «un grave deterioramento»: così l'Unesco descrive i motivi che l'hanno portato a eliminare il porto di Liverpool, con i suoi moli vittoriani, dalla lista dei patrimoni mondiali. A finire sotto la lente sono stati i nuovi sviluppi urbanistici della zona, compreso il nuovo stadio dell'Everton e il progetto "Liverpool Waters", che hanno fatto «perdere l'identità storica e architettonica del luogo», inserito nella lista dei patrimoni Unesco dal 2004.
La decisione è arrivata oggi, dopo una votazione da parte del comitato che si è svolta in Cina: tredici i favorevoli allo stralcio, cinque i contrari.
Il provvedimento non è però arrivato a freddo: già nel 2012 l'organizzazione aveva avvertito la città quando era venuta a conoscenza del nuovo piano urbanistico.
Non si tratta però del primo caso di esclusione dalla lista Unesco: anche il Santuario dell'Orice d'Arabia in Oman e la Valle dell'Elba a Dresda hanno perso il titolo, rispettivamente nel 2007 e nel 2009.
I vertici della città non hanno preso bene la notizia. «Sono molto delusa e preoccupata» ha dichiarato la sindaca Joanne Anderson, che non esclude di presentare un appello.
Attualmente la lista del patrimonio mondiale comprende 1121 siti (da cui bisogna togliere il porto di Liverpool), di cui 869 beni culturali, 213 naturali e 39 misti. L'elenco raduna i siti di 167 stati del mondo, e i paesi più rappresentati sono la Cina e l'Italia, con 55 luoghi a testa. La Svizzera ne conta 12. Nel 2020 non sono stati inseriti nuovi patrimoni all'interno della lista a causa della pandemia.





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