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Abusi sessuali su minori: «Tanto clamore e poi? Un silenzio tombale»

Un'interpellanza di Più Donne sollecita il Consiglio di Stato in merito alle misure di prevenzione e di denuncia previste nei casi di abuso
Depositphotos (kmiragaya)
Fonte red
Abusi sessuali su minori: «Tanto clamore e poi? Un silenzio tombale»
Un'interpellanza di Più Donne sollecita il Consiglio di Stato in merito alle misure di prevenzione e di denuncia previste nei casi di abuso

BELLINZONA - «Negli ultimi anni il tema degli abusi sessuali su minorenni è emerso nell’opinione pubblica soltanto in occasione di singoli casi che hanno destato scandalo e indignazione. A tali momenti di clamore mediatico seguono però lunghi periodi di silenzio, quasi a voler rimuovere l’esistenza di una piaga sociale tanto grave quanto diffusa». Con questa premessa, le deputate di Più Donne, Maura Mossi Nembrini e Tamara Merlo, hanno presentato oggi un'interpellanza al Consiglio di Stato, chiedendo, in estrema sintesi, di debellare il «silenzio tombale» che finisce per avvolgere le suddette vicende.

«Tanto clamore attorno alla loro vicenda giudiziaria, sdegno, scandalo, indignazione e poi? Il nulla!», scrivono le deputate, ricordando che «risale al 2022 la nostra mozione alla quale non è stato dato seguito di creare un filtro unico per le segnalazioni da parte di giovani che in una società moderna non devono sentirsi costretti a dover fare giustizia da sé perché lo Stato è latente» e sottolineando come «non vi sia più tempo da perdere».

Un quadro da cui scaturiscono numerose domande indirizzate al governo cantonale, a cui viene chiesto di indicare «quali programmi di prevenzione contro gli abusi sessuali su minorenni sono attualmente attivi nel nostro Cantone», se «sono previste campagne di sensibilizzazione rivolte sia ai minori che agli adulti», «in che misura la scuola ticinese integra percorsi educativi volti a insegnare ai bambini e ai giovani a riconoscere i segnali di manipolazione e di disagio» e «quali misure sono in atto per favorire la denuncia tempestiva degli abusi e per sostenere le vittime nel superare il senso di vergogna che spesso impedisce di parlare«.

Non solo. Al Consiglio di Stato viene chiesto pure di tracciare un bilancio del «quadro normativo e operativo attuale», indicando se lo ritene «sufficiente» o se «valuta la possibilità di proporre ulteriori misure di prevenzione, formazione e protezione».

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