"Sul delitto di Brusio i media ticinesi sbagliarono"
BERNA - Il nome di un presunto colpevole deve essere riportato solo se si tratta di una persona pubblica e se il fatto è in relazione con tale funzione. È quanto rileva oggi il Consiglio svizzero della stampa, biasimando i media ticinesi che nel novembre del 2011 pubblicarono le generalità di un camionista di Poschiavo (GR) indiziato come mandante di un duplice omicidio avvenuto a Brusio (GR) un anno prima.
Reagendo a un reclamo presentato dai famigliari dell'arrestato, il Consiglio della stampa ritiene che il nome dell'uomo non doveva essere diffuso. "Una persona non è pubblica per il solo fatto che l'atto a lui addebitato ha suscitato sensazione nel pubblico. Solo se riveste un pubblico ufficio, oppure se occupa una funzione importante esposta al pubblico, e inoltre se l'atto è in qualche modo relativo a tale sua funzione, si giustifica l'identificazione del soggetto", si legge in una nota odierna. La prassi diffusa in Ticino per cui i media, in presenza di crimini particolarmente gravi pubblicano i nomi degli arrestati non toglie giustificazione al reclamo, precisa l'organo.
In varie trasmissioni del novembre del 2011 la Radiotelevisione svizzera (RSI) aveva fornito nome, cognome, domicilio e professione del sospettato. La notizia era stata ripresa nelle edizioni online dei principali siti e giornali del Ticino, dove figurava nome e cognome.