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Operarsi per diventare più alti: «Procedura dolorosa, e ci sono dei rischi»

Sui social sta emergendo il trend dell’allungamento chirurgico delle gambe. «Pericoloso ridurre tutto a un video di 30 secondi su Instagram», commenta il dottor Ruben Mazzucchelli.
Deposit (simbolica)
Operarsi per diventare più alti: «Procedura dolorosa, e ci sono dei rischi»
Sui social sta emergendo il trend dell’allungamento chirurgico delle gambe. «Pericoloso ridurre tutto a un video di 30 secondi su Instagram», commenta il dottor Ruben Mazzucchelli.

LUGANO - “Altezza mezza bellezza”, recita un famoso modo di dire. La vede sicuramente così Leon Otremba, un 24enne tedesco diventato famoso sui social per essersi sottoposto per ben due volte a un particolare intervento chirurgico: quello dell’allungamento delle gambe. 

Il giovane è così passato da un’altezza di 1 metro e 71 a quella di 1 metro e 92, operandosi prima in Turchia e poi in Germania. A oltre sei mesi dalla seconda operazione, però, cammina ancora con le stampelle. 

Ma questo tipo di intervento è pericoloso? E in Svizzera si fa? Lo abbiamo chiesto al dottor Ruben Mazzucchelli, specialista in chirurgia ortopedica e traumatologia dell’apparato locomotore all’Ars Medica di Gravesano. 

In Svizzera non si fa - «In Svizzera non esistono linee guida, né dell’FHM né delle Società mediche specialistiche, che vietino di eseguire questi tipi di intervento per fini cosmetici», premette. «Tuttavia sembra che nel nostro Paese, ad oggi, non vengano eseguiti. Questo può essere dovuto al fatto che trattandosi di un intervento estetico, le casse malati non lo coprirebbero e i costi per molti pazienti risulterebbero proibitivi». 

«Tecniche già in uso con deformità o traumi» - All’estero, intanto, l’allungamento delle gambe con finalità estetiche viene eseguito regolarmente. «Le tecniche chirurgiche sono le stesse che vengono applicate su pazienti che nascono con una deformità, che riportano difetti di crescita o asimmetrie in seguito a un incidente», chiarisce l’ortopedico. 

E l’intervento sembra essere in voga soprattutto in Turchia, in Germania e negli Stati Uniti. «In quest’ultimo Paese viene offerto anche da chirurghi specialisti di assoluto prestigio e istituti universitari di fama mondiale», precisa Mazzucchelli, che in passato ha lavorato proprio negli USA. 

«Interventi complessi, si segano ossa» - Detto ciò, «bisogna tenere a mente che nessun intervento chirurgico è banale. E questi tipi di intervento sono particolarmente complessi. Parliamo di osteotomie in cui si sega un osso, si impianta un chiodo allungabile o un fissatore esterno, eccetera».

I rischi, rispetto ad altri tipi di operazioni, sono inoltre maggiori: «Ci possono essere lesioni di nervi o di vasi sanguigni, può non guarire l’osso, può rompersi il materiale, ci possono essere delle infezioni. E non da ultimo va tenuto conto del fatto che è una procedura molto lunga e dolorosa, che necessita controlli regolari». Insomma «non è uno scherzo». 

Doppia operazione? «Se si è consapevoli dei rischi...» - Ma, dal punto di vista etico, non è quantomeno discutibile operare per ben due volte su delle gambe sane solo per raggiungere un ideale estetico? 

«Non me la sento di giudicare», commenta Mazzucchelli. «Se ci sono dei colleghi ortopedici che hanno sufficiente esperienza in questa tipologia di operazione, possono garantire al paziente un trattamento adeguato e tutti sono consapevoli dei rischi, si tratta pur sempre di un accordo tra un privato e un professionista. Confido che questi interventi vengano svolti da personale altamente qualificato su pazienti correttamente informati e che sanno a cosa vanno incontro». 

«Sui social si banalizza la chirurgia» - A preoccupare l’ortopedico è però soprattutto la disinformazione. «Con i social media c’è il rischio di banalizzare delle procedure chirurgiche e mediche. Ridurre un’operazione del genere a un video di 30 secondi su Instagram è sicuramente pericoloso». 

Ed è chiaro che entra in gioco il fattore autostima, con tutti i risvolti psicologici del caso. «Io personalmente, anche se mi sentissi troppo basso, all’idea di farmi segare due ossa sane probabilmente rinuncerei. Ma ognuno deve sapere cosa è meglio per sé», conclude l’ortopedico.

le_tremba (Instagram)
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