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CANTONE / CONFINE

Oltre confine vola la spesa tax free. E "parla" svizzero

I dati mostrano un grande incremento a Como e Varese. Sommaruga (Federcommercio): «Per noi anno difficilissimo. C'è chi valuta di chiudere»
Ti-Press
Oltre confine vola la spesa tax free. E "parla" svizzero
I dati mostrano un grande incremento a Como e Varese. Sommaruga (Federcommercio): «Per noi anno difficilissimo. C'è chi valuta di chiudere»
BELLINZONA / COMO / VARESE - I numeri, da soli, riescono a descrivere bene il grandissimo incremento, nei territori di confine, avuto dagli acquisti tax free, pochi mesi dopo l’abbassamento in Italia della soglia a 70 euro per il rimborso dell'IVA ...

BELLINZONA / COMO / VARESE - I numeri, da soli, riescono a descrivere bene il grandissimo incremento, nei territori di confine, avuto dagli acquisti tax free, pochi mesi dopo l’abbassamento in Italia della soglia a 70 euro per il rimborso dell'IVA (prima era a 154,90 euro).

Gli svizzeri fanno la parte del leone - A dirlo sono i dati forniti a Tio/20 minuti da Global Blue, azienda leader in tutta Europa nel settore del rimborso dell’iva. Per quanto riguarda la clientela, la parte del leone, com’è facile immaginare, è fatta dagli svizzeri. Le cifre parlano di un aumento esponenziale degli acquisti tax free per le province di Como e Varese.

I numeri comaschi - Sul Lario, dall’introduzione della nuova soglia, quindi da febbraio a giugno di quest’anno, le transazioni per importi compresi tra 70,01 e 154.90 euro fanno segnare un +89% (il volume complessivo della spesa tax free è cresciuto del 26%). A livello di nazionalità, la Svizzera “contribuisce” per l’83% delle transazioni con un incremento del +106%. Seguono i turisti americani con il 6% e gli arabi con il 2%.

Prima la moda, poi i supermercati - Circa le categorie merceologiche, sono predominanti gli articoli di moda e abbigliamento. Al secondo posto si piazza la spesa nei super e ipermercati, mentre sul gradino più basso del podio si collocano gli orologi e i gioielli.

I dati varesini - Anche i dati su Varese segnano una crescita importante in termini percentuali. Anche qui, da febbraio a giugno,(sempre per importi compresi tra 70,01 e 154,94 euro) si segna un incremento del 93% delle transazioni (il volume della spesa tax free cresce del 36%). A livello di nazionalità, la Svizzera contribuisce per il 99% delle operazioni con un aumento del +110%.

Per l'Italia significa «maggiori opportunità per diversi settori» - «I primi dati confermano l'efficacia della misura, evidenziando una crescita della partecipazione da parte di nuove nazionalità, come svizzeri, sudamericani e turchi, per importi compresi tra 70,01 e 154,94 euro», è il commento di Stefano Rizzi, managing director Italy di Global Blue. «Questa situazione - continua Rizzi - si traduce in maggiori opportunità per settori che finora hanno beneficiato solo marginalmente di questo sistema, come l'artigianato locale, i supermercati, la profumeria e la cosmetica, l'abbigliamento e le attrezzature sportive».

L'esempio - Tanto che, alcune realtà si stanno organizzando. Tigros, per esempio, «consente, per tutti i clienti residenti in Svizzera, il rimborso con Global Blue direttamente sulla Tigros card: entro 24 ore dalla validazione del modulo, il cliente riceve una mail con la conferma dell’importo erogato, immediatamente utilizzabile per la successiva spesa».

Anno molto difficile per il commercio ticinese - Come sottolineato da Lorenza Sommaruga, presidente di Federcommercio Ticino, «col passare delle settimane è aumentata la massa di persone che si reca in Italia a fare gli acquisti. Questo aspetto va ad aggiungersi ad altri come le condizioni meteorologiche avverse (e la conseguente diminuzione del flusso turistico), il franco forte e la situazione geopolitica: mettendo insieme tutto, ci troviamo di fronte a un anno difficilissimo per il nostro settore».

In programma altri incontri - Sono in programma «altri incontri con gli attori economici e il Cantone - conclude Sommaruga - Ovviamente, è bene dirlo, ognuno è libero di fare acquisti dove vuole. Non discutiamo questa condizione. Tuttavia, come economia ticinese, abbiamo bisogno di sostegno. Un occhio di riguardo ci vuole. Perché se non funziona, chiudiamo. E sono in tanti a valutare se cessare o meno la propria attività».

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