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LUGANO

Annunciato un «presidio rumoroso» dell'autogestione

Il Molino dà appuntamento in via Bossi. E parla di operazione di «schedatura» delle persone vicine all'ambiente
Tipress
Annunciato un «presidio rumoroso» dell'autogestione
Il Molino dà appuntamento in via Bossi. E parla di operazione di «schedatura» delle persone vicine all'ambiente
LUGANO - L'autogestione luganese tornerà a farsi sentire. E lo farà con tanto rumore. È infatti stata indetta per domani, 3 settembre, un “presidio rumoroso contro la repressione”. Il CSOA Il Molino (che a seguito del...

LUGANO - L'autogestione luganese tornerà a farsi sentire. E lo farà con tanto rumore. È infatti stata indetta per domani, 3 settembre, un “presidio rumoroso contro la repressione”. Il CSOA Il Molino (che a seguito della demolizione dell'ex Macello si autodefinisce SOA Il Molino) dà appuntamento in via Emilio Bossi a Lugano (dove si trova il posto di polizia) dalle 16. L'invito è di portare pentole, fischietti o altro materiale per fare rumore.

In un odierno comunicato, il Molino sottolinea che «prima che le inchieste della procura sulle responsabilità politiche e operative dello sgombero del Molino lasciassero il posto ai silenzi di tomba del municipio e alla funzionale e ipocrita costernazione espressa da più parti per la scomparsa del “sindaco di tutti”, c’era ancora un minimo dibattito sull’effettivo potere assunto dalla polizia di Gobbi in questo Cantone».

Ed ecco quindi che l'autogestione torna a parlare del ruolo della polizia in Ticino. Lo fa riferendo che in queste settimane le autorità avrebbero convocato, in qualità di imputate, numerose persone vicine all'autogestione (più di una trentina, tra cui anche alcuni minorenni).

Il Molino sottolinea che «la natura dell’operazione appare come una completa farsa». Si tratterebbe, a dire dell'autogestione, di «una schedatura sistematica nei confronti di persone ritenute vicine all'autogestione». E nei confronti dei minorenni, la procedura sarebbe stata avviata senza autorizzazione formale. Il Molino conclude quindi che «è nostra intenzione sottrarci sin da subito a questo schema già tristemente conosciuto, fatto d'inchieste intimidatorie, licenziamenti, controlli e messa alla gogna!».

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