«Senza Natale, rischiamo di non vedere la primavera»

I negozianti ticinesi sono preoccupati. La Società commercianti del Mendrisiotto: «La situazione italiana non conforta»
CHIASSO - Si preannuncia un lungo novembre per i negozianti in Ticino. La stagione degli acquisti natalizi è iniziata sotto il segno del Covid. L'unica "buona" notizia: il frontalierato della spesa potrebbe subire una brusca frenata da domani, se questa sera il governo italiano deciderà - come sembra - nuove limitazioni ai negozi e agli spostamenti.
«È una magra consolazione» commenta il presidente della Società dei commercianti del Mendrisiotto, Carlo Coen. «Ma qualsiasi evento possa spingere i ticinesi ad acquistare di più sul territorio, è benvenuto».
Anche i buoni-spesa da 40 franchi distribuiti dai comuni di Mendrisio e Novazzano hanno «dimostrato di funzionare bene» mentre a Chiasso «qualcosa è andato storto» osserva Coen, che ha proposto all'esecutivo della città di confine di provvedere «a una ridistribuzione degli importi che non sono stati fruiti dalla popolazione».
Nelle ultime settimane «gli acquisti dei ticinesi sul territorio sono diminuiti molto» avverte Coen. «La gente ha paura e non compra, e anche i nostri associati sono molto preoccupati». Molti hanno già applicato forti sconti «per non trovarsi con il magazzino pieno durante il lockdown». Ma servirebbe un miracolo di Natale, o maggiori aiuti pubblici. «I commercianti durante il periodo pre-natalizio mettono fieno in cascina per tutto l'anno, senza quelle entrate sarà difficile pagare le bollette». Senza un intervento «da parte della politica» molti esercizi «rischiano di non vedere la primavera».




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