A livello svizzero la flessione è stata del 37%.
A circa 2'300 persone è stata rifiutata l'entrata nel nostro Paese
BERNA - A causa dei controlli reintrodotti ai valichi con i Paesi confinanti allo scopo di arginare l'epidemia di coronavirus, il flusso transfrontaliero di persone è diminuito notevolmente.
Dal 17 febbraio al 17 marzo, in Ticino è stata registrata una flessione del 73%, a livello svizzero del 37%, ha affermato oggi davanti ai media il capo dell'Amministrazione federale delle dogane, Christian Bock.
Fermate 2'200 persone - Sempre secondo Bock, a circa 2'300 persone è stata rifiutata l'entrata in Svizzera. Il Consiglio federale prevede eccezioni unicamente per cittadini svizzeri, domiciliati, lavoratori stranieri (frontalieri, per esempio) e persone che possono far valere motivi gravi.
Nessun problema per le merci - Bock ha anche precisato che il traffico merci e di transito prosegue normalmente. Le dichiarazioni doganali sono diminuite, ma al momento la situazione non è preoccupante.
Le autorità faranno anche in modo di ridurre i problemi ai valichi - molti dei quali chiusi, specie quelli minori - per evitare il formarsi di colonne. Ad ogni modo, ha aggiunto Bock, «consigliamo alle persone di non mettersi in viaggio o di adeguarsi alla situazione».