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CANTONEIl flop dei passaporti facili: «Aspetto da un anno e mezzo»

30.09.19 - 08:33
Dopo il referendum del 2017 sulle naturalizzazioni agevolate, solo trenta persone hanno fatto domanda in Ticino. Qualcosa non sta funzionando?
Il flop dei passaporti facili: «Aspetto da un anno e mezzo»
Dopo il referendum del 2017 sulle naturalizzazioni agevolate, solo trenta persone hanno fatto domanda in Ticino. Qualcosa non sta funzionando?

LUGANO – Doveva essere uno scatto di massa verso l'integrazione. Invece, la naturalizzazione agevolata per le cosidette “terze generazioni” è assai poco scattante, almeno in Ticino. Tempi d'attesa lunghi, e pochissime persone interessate. E' quanto emerge dalle statistiche fornite a tio/20minuti dalla Sem, e dalla testimonianza di chi ci è passato.

Il bacino potenziale - La procedura velocizzata, approvata dal popolo alle urne nel febbraio 2017, era rivolta a un bacino potenziale di 25mila persone. Giovani nati e cresciuti in Svizzera, da genitori cresciuti in Svizzera, ma sulla carta cittadini stranieri. Ci si immaginava una corsa al passaporto: e invece no. A livello nazionale, solo 1065 “nipoti” avevano fatto richiesta, a gennaio scorso. Di questi, 309 hanno ricevuto risposta positiva.

Solo 30 richieste - Il Ticino è fanalino di coda. Dall'entrata in vigore, solo 7 persone sono state naturalizzate con la nuova procedura. In tutto le richieste sono state appena 30. Le nazionalità d'origine: Italia (in maggioranza), Norvegia, Turchia e Lussemburgo.

«Verifiche lunghe» - Non certo un assalto agli sportelli, comunque: eppure c'è chi aspetta da oltre un anno il suo turno. Dalla Sem spiegano che «la verifica dei requisiti può richiedere accertamenti lunghi, l'attesa media è di circa un anno e mezzo, ma in alcuni casi anche di più». Quanto alla scarsa adesione, non sarebbe dovuta a una “mancanza di patriottismo” ma «al fatto che le persone più integrate hanno scelto probabilmente la procedura ordinaria».

Attesa snervante - Intanto, la promessa rivelatasi un flop inizia a creare malumori. «Allestire la pratica è complesso e costoso» spiega un 30enne del Locarnese, nipote di immigrati siciliani. Tra i primi a farsi avanti – nel marzo 2018 – è ancora in attesa di un sì o un no.

Il malumore - «Ho deciso di fare questo passo perché mi sono sempre sentito svizzero - spiega ancora il 30enne -. I miei nonni e genitori non hanno mai sentito l'esigenza del passaporto, per me è diverso». Ma più il tempo passa, più monta la sfiducia. «L'impressione è di essere stati presi in giro».   

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