Lo chiede, con una mozione, il parlamentare Nicola Pini, reduce dall’esperienza “social” #proviamosenzauto. Nel mirino, licei e SUPSI. Scetticismo dal DECS
LOCARNO – Basta con le scuole che iniziano tutte, più o meno, alla stessa ora. Bisogna differenziare gli orari di inizio per alleggerire i pienoni sui treni e sui bus. È quanto propone Nicola Pini, granconsigliere PLR. La sua mozione, sottoscritta anche da Fabio Käppeli, altro parlamentare, nasce dall’esperienza vissuta dal 34enne locarnese lo scorso autunno, quando per circa un mese decise di usare solo i mezzi pubblici, documentando il tutto sui social network. «Spostarsi al lavoro o a scuola al mattino tra le 7 e le 8 risulta essere problematico. È ora di invertire la rotta».
Auto in coda e passeggeri in piedi – Insomma, l’operazione #proviamosenzauto sembra avere dato determinate risposte a Pini, che adesso tira le somme. «Ho visto auto in colonna, lavoratori in piedi sul treno e studenti che non riescono a salire sul bus. Oltre a incentivare la flessibilità da parte dei datori di lavoro, occorre anche puntare su un’ottimizzazione della mobilità scolastica».
Limiti oggettivi nella scuola dell’obbligo – L’idea di modificare l’orario di inizio delle scuole, a dire il vero, non rappresenta una novità a livello ticinese. Per la scuola dell’obbligo i limiti sarebbero oggettivi. «Si tratta di una proposta che è già stata presentata più volte – ricorda Manuele Bertoli, direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) – e che è sempre stata respinta. Avrebbe conseguenze piuttosto pesanti sull’organizzazione della scuola e del tempo libero dei ragazzi».
Si finirebbe troppo tardi – Bertoli cita un esempio. «Cominciare dopo significa anche finire dopo. Quindi impedire una serie di attività sportive o culturali del doposcuola. Naturalmente si cerca sempre di affinare gli orari scolastici affinché le cose funzionino meglio per tutti».
Si punta alle scuole superiori e universitarie – Pini, tuttavia, rilancia l’offerta. Puntando, stavolta, sulle scuole superiori e universitarie. Settore in cui c’è meno rigidità. «Chiediamo di sperimentare uno o più progetti, concentrandosi ad esempio sul liceo, sulla scuola cantonale di commercio e sulla scuola d’arti e mestieri a Bellinzona, nonché sui nuovi campus SUPSI previsti nelle immediate vicinanze delle stazioni FFS di Mendrisio e Lugano. Si tratta di scuole che muovono e muoveranno diverse migliaia di studenti».
Il caso di Lucerna – Pini cita il caso della Scuola universitaria professionale di Lucerna. «Le FFS hanno comunicato lo spostamento degli orari in base ai bisogni dei pendolari. Gli studenti potranno così viaggiare su convogli meno carichi e contemporaneamente è stato diminuito il traffico di viaggiatori negli orari considerati da bollino rosso».
Griglie orarie dei licei già strapiena – Bertoli, nonostante la buona volontà di Pini, resta generalmente scettico. «Per la SUPSI non saprei cosa dire, deve decidere la direzione della scuola. Per i licei non la vedo facile, la griglia oraria liceale e della scuola cantonale di commercio è parecchio piena e gli allievi di quell’età hanno anch’essi parecchi impegni dopo la scuola». Il dibattito è, di nuovo, lanciato.