Sono in molti ad ignorarlo. Queste e altre curiosità proposte da ProVelo Ticino che fa notare il triste nostro primato: «Solo il 2% usa la bici. Siamo gli ultimi in tutta la Svizzera».
MENDRISIO - Lo sapevate che il posto dei ciclisti, quando circolano in una rotonda, è il centro della carreggiata? E sapevate anche che sarebbe giusto mantenere un metro e mezzo di distanza nel sorpassare un ciclista, e che quest’ultimo dovrebbe mantenere la stessa distanza nei confronti del pedone? In futuro inoltre i ciclisti potrebbero fare i sensi unici e pure in senso contrario.
Tutte nozioni che spesso i viaggiatori non sanno o preferiscono ignorare. Perchè sulll’educazione stradale c’è ancora molto da lavorare. Ed è per questo che ProVelo Ticino ha deciso do organizzare a Mendrisio, con la collaborazione della polizia comunale, un'azione di sensibilizzazione. L’appuntamento è per martedì prossimo, dalle 15.00 alle 17.00 in via G.Bernasconi, davanti al Centro manifestazioni mercato coperto.
Obiettivo dichiarato: diminuire il potenziale di rischio per chi decide di mettersi in bicicletta. Diciamo la verità: in Ticino, rispetto ad altri cantoni dove esistono percorso ciclabili sicuri, non c’è da stare tranquilli quando si viaggia sulle due “ruote leggere”. E lo dicono anche le statistiche: solo il 2% usa la bicicletta. Siamo l’ultimo cantone in tutta la Svizzera, come fa notare Marco Vitali, Presidente PRO VELO Ticino: «Già la Svizzera con il suo 7% non è uno dei paesi più virtuosi, siamo ai livelli dei paesi dell’Est europeo. Rispetto all’Olanda che ha un 36% della mobilità ciclistica, siamo al di sotto della media dei paesi europei, e il Ticino con il suo ultimo posto fa davvero una brutta figura».
«C’è ancora tanto lavoro da fare - aggiunge Marco Vitali - il Luganese è la zona più disastrata. I progetti però ci sono come quelle delle due direttrici Nord-Sud che partono una dal Palazzo dei Congressi e uno dal Cassarate, in zona Lanchetta. Manca effettivamente un percorso sicuro Est-Ovest. Diciamo che nei prossimo 5-7 anni già ci saranno dei bei passi avanti. L’importante è muoversi. Abbiamo alle spalle 30 anni di inadempienze, il problema delle piste ciclabili è stato sempre trascurato, e ora ci troviamo in questa situazione».
Il sogno di Marco Vitali è uno solo, “quello di arrivare un giorno a una situazione tale in cui i genitori potranno mandare a scuola i propri figli in bicicletta stando sicuri, e senza dover più prendere l’auto».