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CANTONETemperature roventi: «Ma noi non mangiamo e non beviamo»

01.06.17 - 08:32
È il periodo del digiuno per i musulmani. Riad Hotlani, kosovaro di Locarno, racconta il suo Ramadan. L’imam Samir Radouan Jelassi: «Un mese di riflessione e di purificazione»
Temperature roventi: «Ma noi non mangiamo e non beviamo»
È il periodo del digiuno per i musulmani. Riad Hotlani, kosovaro di Locarno, racconta il suo Ramadan. L’imam Samir Radouan Jelassi: «Un mese di riflessione e di purificazione»

LOCARNO – «Verso metà pomeriggio la fame e la sete si fanno sentire molto. A quel punto, mi faccio forza. E mi rimetto a lavorare». È con queste parole che Riad Hotlani, classe 1986, kosovaro di Locarno, racconta il suo Ramadan. Il periodo del digiuno per i musulmani è iniziato sabato scorso. Durerà fino al 24 giugno. Ed è una ricorrenza che si rinnova per i circa 480.000 islamici che vivono in Svizzera, di cui circa 6.500 a sud delle Alpi. «Il Ramadan – spiega l'imam Samir Radouan Jelassi – è uno dei cinque pilastri della fede islamica. Per noi è un mese di riflessione e di purificazione».

Colazione nel cuore della notte – Fa caldo. Tanto caldo. La temperatura supera abbondantemente i 30 gradi. Ma loro non possono né mangiare, né bere. «Questo – conferma Riad Hotlani, di professione carrozziere, sposato e padre di due bimbi – tra le tre del mattino circa e le nove di sera. Dall'alba al tramonto, insomma. Io e mia moglie ci alziamo nel cuore della notte per fare colazione. Poi torniamo a letto finché non suona la sveglia per andare a lavorare. E così si tira fino a sera. A cena cerco di nutrirmi in maniera abbondante. E di bere parecchio. Al weekend è un pochino più facile digiunare. Perché non si lavora e hai bisogno di meno energie».

Il valore del cibo e dell’acqua – Secondo la tradizione, il mese di Ramadan, in cui si rinuncia anche al fumo e ai rapporti sessuali, corrisponde al periodo della rivelazione del Corano. «In queste settimane – dice Jelassi – abbiamo la possibilità di purificare sia l'anima, sia il corpo. Di liberarci da certe abitudini, di imparare a superare le tentazioni. Allo stesso tempo, rinforziamo la capacità di avere pazienza e impariamo a dare un valore al cibo e all'acqua che normalmente abbiamo a disposizione».

La flessibilità dell’islam – Nel corso dei secoli, le linee guida del Ramadan non hanno mai subito mutamenti. «Perché l'islam – precisa Jelassi – è una religione che è rimasta intatta col tempo. Però è anche flessibile. Alcune persone sono dispensate dal digiuno. Come le donne incinte o con il ciclo, gli anziani, i bambini. Oppure le persone che hanno un lavoro in cui sono necessarie energia e concentrazione. Se un medico chirurgo, ad esempio, deve effettuare un intervento delicato, è scusato e potrà recuperare il digiuno in un altro momento».

La luna e il sole – Il periodo di Ramadan varia di anno in anno. Dipende, infatti, dal calendario lunare. «Ogni anno viene anticipato di 10 giorni – riprende l'imam –. Capita, dunque, che il mese del digiuno cada in inverno. Ovviamente in estate, con il caldo, la prova è più dura. Anche l'orario del digiuno è variabile, a seconda del movimento del sole. In questi giorni il digiuno scatta attorno alle 3.15 e termina attorno alle 21.07».

Datteri per cena – In alcune famiglie si rinnova l'usanza di consumare datteri per cena, quando calano le tenebre. «Sono frutti che permettono di recuperare zuccheri e minerali – sostiene Jelassi –. Il dattero è il primo frutto mangiato da Maria, dopo avere dato alla luce Gesù. Abbiamo un capitolo su Maria nel Corano. Per noi Gesù fa parte dei cinque grandi profeti e messaggeri della storia».

Il tempo delle provocazioni – «Ogni tanto i miei amici ticinesi mi fanno domande sul Ramadan – ammette Riad Hotlani –. C'è tanta curiosità attorno a questa tradizione. Mi chiedono come io riesca a stare tutto questo tempo senza cibo e senza bere». «Durante il periodo del digiuno le provocazioni non mancano – avverte Jelassi –. C'è sempre qualcuno che mette in dubbio quello che fai. Però un musulmano sa che questo percorso tocca l'amore e lo spirito, e lo rende una persona più consapevole e serena».

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