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GORDOLALa birra ticinese sbarca in Libano

19.10.16 - 07:00
Luca “Rude Boy” Ferrara mastro birraio della “Rud Bir” di Gordola ha partecipato al Festival Internazionale di Craft Beer di Badroun in Libano.
Tipress
La birra ticinese sbarca in Libano
Luca “Rude Boy” Ferrara mastro birraio della “Rud Bir” di Gordola ha partecipato al Festival Internazionale di Craft Beer di Badroun in Libano.

Come è nata questa avventura che ti ha portato in Libano ?

Mesi fa ricevo una telefonata dal vice ambasciatore svizzero in Libano che mi propone una collaborazione con un birrificio vicino Beirut. Amo le sfide e credo che questi tipi di scambi diano l’opportunità di vivere accrescimenti culturali personali preziosi. Confesso che prima di accettare l’invito ci ho pensato una settimana, prima di tutto mi sono dato una rinfrescata geografica: il Libano confina con Siria e Israele e poi ho parlato con varie persone che ci sono già state per cercare di farmi un’opinione.

Perché una birra svizzera a Batroun in Libano ?

Lo scopo era avere un birrificio svizzero presente all’International Craft Beer Festival. È il secondo anno che organizzano questo evento, l’anno scorso era presente un birrificio di Zurigo. Questo é alla base di un progetto interculturale che le ambasciate, non solo svizzere, stanno sviluppando tra il Libano e la nazione rappresentata dall’Ambasciata. Non ero il solo ospite straniero, c’era anche un birrificio inglese. Diciamo che lo scopo delle ambasciate è quello di portare un messaggio positivo del Libano nel resto del mondo. Messaggio che si cerca di far passare al di fuori di un sistema mediatico che può essere spesso distorto. Usare come canale informativi i racconti di esperienze vissute che arriveranno attraverso chi ci è stato di persona e porterà di ritorno a casa i propri racconti senza alcun filtro.

Eri preoccupato di andare in Libano?

Dopo un’ora che ero in Libano mi sono dimenticato che la Siria è a 50 chilometri, non ti ricordi più che il Libano è ancora in guerra con Israele e che l’anno scorso c’è stato un attentato a sud di Beirut. Perché? Perché sei immerso in una situazione che non è di pericolo, di tensione. Essenzialmente non è una situazione di guerra.

Che accoglienza hai ricevute dalla gente del posto?

Ho incontrato solo gente disponibile, positiva, aperta, geniale. Il Libano è una nazione in cui l’imprenditoria è molto sviluppata e dove lo slogan per eccellenza è “make money”, gente che lavora tutti i giorni. È simpatico perché la gente mi chiedeva “cosa pensavi prima di arrivare qui?” e io rispondevo che ci sono stati momenti in cui avevo paura e la loro reazione era di mettersi a ridere. Ammetto che nel mio immaginario ignorante prima di andare in Libano avevo stereotipato tutto il Medio-Oriente, Africa e altre zone del mondo come tutte uguali. In Libano non ho mai incontrato un arabo con il turbante sul cammello (ride). Non ho trovato chiusura, integralismo, manifestazione estreme del proprio credo. Non capisco come possano arrivare informazioni distorte dalle nostre parti, magari non arrivano ed è la paura che diventa una lente e fa si che quello che sentiamo, leggiamo viene trasformato.

Hai spinato birra per 5 giorni: in Libano bevono birra?

Il birrificio che mi ha invitato produce 1’000 litri di birra al giorno (e non esporta). La sfida geniale della Colonel Beer di Badroun (questo il nome della birrificio) è un azzardo totale visto che in Libano un cittadino medio beve 3.5 litri all’anno (come riferimento si pensi che all’anno un confederato medio consuma 80 litri, un italiano 60, un tedesco 110 e un ceco 140). L’azzardo della Colonel Beer è stato proprio l’invenstimento di milioni di dollari facendo anche i conti con il fatto che se qualcuno in Libano vuole bere alcool, berrà il vino, perché proprio da quelle parti ci sono delle ottime viti e vinicoltori. Quindi la grossa sfida che sta dietro questo birrificio che comunque funziona, è il fatto di voler integrarsi ancora di più e aprirsi verso l’esterno, il turismo. Avere insomma diverse frecce nel loro arco e mostrarsi interessanti e accoglienti.

Che tipo di arricchimento hai avuto da questa esperienza?

Innanzitutto il crollo di altre barriere, pensi sempre di essere di mente aperte finché non ti trovi in contesti simili. Mi sono innamorato del mondo arabo in un certo senso. È nata la voglia di fare qualcosa di simile anche qui da noi orientato su questo senso. Credo sia interessante come scambio culturale: invitare qui dei libanesi che magari di ritorno a casa loro condivideranno la loro esperienza come sto facendo io. Mi ha colpito molto il loro orgoglio, la loro dignità. Da parte nostra pensiamo che il semplice fatto per una donna di indossare il velo sia chiusura invece i pochi veli che ho visto erano portati come un semplice capo d’abbigliamento e con delle stoffe colorate e meravigliose.

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COMMENTI
 

Lourmarin 7 anni fa su tio
bravo. ottimo. ha fatto bene a superare I pregiudizi su un paese più normale di quel che si pensa ma che purtroppo i media e certe persone ci fanno conoscere solo attraverso prismi distorti. Beirut è una città moderna viva elegante molto dinamica... con Lugano ha solo in comune un traffico assurdo e la distruzione degli stabili storici, peccato questo. ...
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