Prostitute "costrette" ad accettare rapporti senza preservativo. L'allarme di Primis
LUGANO - Preservativo o non preservativo? I clienti si fanno esigenti: secondo uno studio dell'università di Losanna, una prostituta su due accetta rapporti sessuali non protetti per 20-30 franchi in più. Quando si tratta di sesso orale, invece, almeno in Ticino il servizio è applicato «quasi sempre» e senza costi aggiuntivi, avverte Vincenza Guarnaccia di Zona Protetta. Che aggiunge: «Il fenomeno è facilitato dall'attuale situazione di precarietà e difficoltà in cui versano le professioniste del sesso nel nostro cantone».
Il problema è il sesso orale - Una "moda", quella di scansare le protezioni con le prostitute, «sempre più diffusa» secondo l'Ufficio federale di statistica: ad essa potrebbe essere direttamente collegato l'incremento di casi di malattie veneree in corso in diversi cantoni (Ticino compreso). Un fronte su cui Zona Protetta, attraverso il servizio Primis, è da sempre attiva: l'anno scorso, l'associazione ha distribuito 8500 preservativi e 3mila lubrificanti nei postriboli ticinesi. «L'esperienza sul campo dimostra che le ragazze propongono il preservativo, ma sempre più spesso il cliente offre di più per avere un rapporto non protetto» continua Guarnaccia. «Le ragazze ci dicono che, purtroppo, se vogliono lavorare non possono usare il preservativo nei rapporti orali. "Se non lo facciamo, il cliente va da un'altra" è il ritornello».
«Situazione precaria» - La colpa? È dei clienti temerari (o poco informati). Ma anche delle istituzioni. «La confusione normativa e la condizione di semi-clandestinità che caratterizza oggi la prostituzione in Ticino ha peggiorato le cose» conclude Guarnaccia. «La precarietà e l'incertezza spingono le prostitute ad accettare ogni richiesta, per timore che il cliente vada altrove».